di Leonardo da Vinci 1478*-2004**    
introduzione
 
introduzione.
 
La nuova interpretazione
 
Solo pochi anni fa, sviluppando una felice intuizione di Carlo Pedretti (che per primo comprese che le molle a balestra avevano funzione non motrice ma di regolazione del moto e che il “motore” andava individuato in una coppia di molle a spirale contenute in tamburi sotto il carro), Mark Rosheim ha sviluppato un’analisi dettagliata per spiegare l’articolazione complessa del dispositivo vinciano. A seguito di tale analisi, risulta ormai chiaro che l’”automobile” di Leonardo doveva essere azionata da motori a molla sotto il carro, appena accennati nel disegno, che le molle a balestra costituivano un raffinato sistema di regolazione del movimento e che il carro era dotato di un sistema di sterzo che consentiva di programmarne la traiettoria, mediante un sofisticato dispositivo con camme a petalo.
Abbiamo così adesso la conferma che l’”automobile” di Leonardo – come di nuovo aveva intuito Pedretti – è un sofisticato dispositivo, destinato a produrre effetti speciali in qualche festival cortigiano, a costituire il supporto mobile di qualche scenografia (Rosheim ritiene che fosse un carrello programmabile per automi) e, soprattutto, che occorre mandare in pensione i vecchi modelli dell’automobile esposti nei musei vinciani. Questi ultimi restano tuttavia come testimonianze interessanti di una lunga stagione degli studi vinciani, delle operazioni di museificazione del suo genio e delle aspettative che l’hanno alimentate.