Studiò
le matematiche alla scuola degli Scolopi, sotto la guida del galileiano
Clemente Settimi (1612-?). Assisté amorevolmente Galileo (1564-1642)
dall'ottobre del 1639 fino alla morte dello scienziato pisano. Ebbe dal
Granduca Ferdinando
II e, poi, da Cosimo III (1642-1723) importanti incarichi pubblici.
Partecipò ai lavori dell'Accademia del Cimento, svolgendovi un ruolo
di primo piano e proponendo moltissime esperienze. Tenne, inoltre, per molti
decenni le funzioni di ingegnere della Magistratura della Parte Guelfa (ufficio
responsabile della regimazione fluviale e della tutela del territorio).
Durante la sua lunga vita pubblicò numerose opere matematiche, quasi
sempre concepite come sviluppi dell'eredità galileiana. Si preoccupò
di celebrare e mantenere viva la memoria del Maestro. A tal scopo, curò
un'ampia edizione delle opere di Galileo, pubblicata a Bologna nel 1656.
Nel 1654 stese un fortunato Racconto istorico della vita di Galileo,
scritto in forma di lettera al Principe Leopoldo
de' Medici, che rimase inedito fino al 1717. Dedicò moltissimo
tempo alla sistematica raccolta di documenti, testimonianze e lettere dello
scienziato pisano. Dispose per testamento un lascito per l'erezione di un
monumento sepolcrale per Galileo da erigere nella Basilica di S. Croce a
Firenze. Fece inoltre apporre sulla facciata della sua casa, nell'attuale
via S. Antonino a Firenze, un busto di Galileo con ai lati due lunghe iscrizioni
commemorative. |