L'origine e la diffusione
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Il termine greco "astrolabon" deriva dall'unione di "astron" e "lambano"; letteralmente "prendo gli astri". Tenendo fede a questo nome, l'astrolabio piano è il calcolatore astronomico più versatile realizzato nell'antichità.
Alcuni storici attribuiscono l'ideazione dello strumento a Ipparco di Nicea, che conosceva il principio della proiezione stereografica usata per realizzarlo. Ipparco adoperò infatti questa particolare proiezione per costruire l'orologio anaforico, un dispositivo che indicava l'ora e le posizioni degli astri rispetto a una rete di coordinate. Anche Claudio Tolomeo conosceva la proiezione stereografica e nel Planisfero ne espose l'applicazione a uno "strumento oroscopico", munito di una "rete", forse un vero e proprio astrolabio piano.
Da Alessandria d'Egitto, dove il matematico Teone scrisse un trattato sull'astrolabio piano, lo strumento passò nel mondo islamico. Qui, accanto al tradizionale astrolabio piano, vennero sviluppate alcune varianti, come l'astrolabio sferico e varie forme di astrolabio universale. In conseguenza della conquista islamica della Spagna e della Sicilia e delle numerose traduzioni di testi scientifici arabi, l'astrolabio piano si diffuse in tutta l'Europa.
Lo strumento riscosse grande fortuna, tanto che rimase insuperato fino alle soglie del XVII secolo, quando si imposero orologi meccanici di maggior precisione e più avanzati metodi di calcolo. Ancora oggi si vendono astrolabi di celluloide che aiutano a riconoscere le costellazioni.
 
Collegamenti
Ipparco di Nicea
Claudio Tolomeo
Christoph Schissler
Astrolabio piano del XVI sec.
Il misuratore di tempo di Galileo Galilei
 
Elementi dell'astrolabio
Astrolabio piano o planisferico
Proiezione stereografica
     
 
 
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