Il cannocchiale di Galileo - L'invenzione

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La questione della priorità dell’invenzione del cannocchiale (fig.1) è antica quanto lo strumento stesso (fig.2). Il 2 ottobre 1608, gli Stati Generali d’Olanda esaminarono la richiesta di brevetto per «un dispositivo per osservare a distanza», avanzata da tale Hans Lipperhey (?-1619) (fig.3), un oscuro occhialaio di Middelburg, nell’Olanda sud occidentale (fig.4) . La richiesta di brevetto fu respinta poiché, sebbene se ne riconoscesse l’utilità, soprattutto a scopo militare (fig.5), si ritenne impossibile mantenere a lungo il segreto della sua costruzione. Tanto più che, in quegli stessi giorni, un altro artefice – certo Sacharias Janssen (1588-1630) (fig.6), anch’egli occhialaio in Middelburg, indicato da Pierre Borel (c.1620-1671), pochi decenni dopo, (fig.7) come il vero inventore del cannocchiale – si dichiarava in grado di realizzare lo strumento.

La notizia della nuova invenzione si diffuse rapidamente nel resto d’Europa, e già nell’aprile del 1609 piccoli cannocchiali della lunghezza di una trentina di centimetri erano comunemente in vendita, (fig.8) presso le botteghe degli occhialai, a Parigi e presumibilmente a Londra. In Italia, il nuovo strumento fece la sua comparsa a Milano nel maggio dello stesso anno e, due o tre mesi più tardi, a Roma, a Napoli, a Padova (fig.9) e a Venezia (fig.10) , dove Fra Paolo Sarpi (1552-1623), amico di Galileo, ne aveva avuto notizia fin dal novembre del 1608.

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