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Immagine: Niccolò Tartaglia Niccolò Tartaglia
1499-1557

Niccolò Tartaglia fu uno dei maggiori matematici del Rinascimento. Il suo nome è legato alla risoluzione delle equazioni di terzo grado, già conseguita da Scipione del Ferro (1465-1526) nel primo o secondo decennio del Cinquecento ma mai divulgata. Tartaglia ne espose la formula nei Quesiti et inventioni diverse (Venezia, 1546) solo in seguito all'indebita appropriazione dell'invenzione da parte di Girolamo Cardano (1501-1576) che, dopo averla appresa dallo stesso Tartaglia nel 1539, l'aveva pubblicata nella sua Ars magna del 1545. Da questa vicenda prese avvio una disputa che vide a confronto Tartaglia e il matematico Lodovico Ferrari (1522-1565), autore di sei Cartelli (1547-1548) contro il Tartaglia che stimoleranno altrettante Risposte da parte di quest'ultimo (Risposte a Lodovico Ferrari, Venezia 1547 [1-4] e Brescia 1548 [5-6]). Tartaglia è noto anche come editore di autori classici: a lui si deve la prima traduzione italiana commentata degli Elementi di Euclide (Euclide Megarense, Venezia, 1543); la prima edizione della traduzione latina di alcune opere di Archimede eseguita da Guglielmo di Moerbeke nel XIII secolo (Opera Archimedis, Venezia, 1543); e una traduzione italiana degli scritti archimedei (1551). Importanti contributi furono offerti da Tartaglia anche nell'applicazione delle discipline matematiche all'arte militare: la fondazione scientifica della balistica, la misura dei calibri, il rilevamento territoriale. Questi temi furono trattati soprattutto nella Nova scientia (Venezia, 1537), ma anche nei Quesiti e nel General trattato di numeri et misure (Venezia, 1556-1560).

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