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Ostetricia nel XVIII secolo
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Durante il XVIII secolo l'ostetricia diventa una branca speciale della medicina, con un patrimonio di conoscenze fisiologiche e pratiche adeguate a migliorare l'esito dei parti. Fino al secolo precedente il compito di assistere le partorienti era tradizionalmente affidato alle levatrici o mammane. Solo quando l'intervento appariva particolarmente rischioso la levatrice chiamava il chirurgo, che in genere era sprovvisto delle più elementari nozioni di anatomia femminile e di fisiologia del parto. Nel XVIII secolo progredirono le conoscenze sull'anatomia e sulla fisiologia dell'utero e del parto, vennero istituiti i primi reparti di maternità presso gli ospedali e furono fondate le prime scuole di ostetricia. Nello stesso periodo si svilupparono nuove tecniche e furono messi a punto strumenti che sarebbero stati molto utilizzati nei secoli successivi, come il forcipe. L'ostetricia ebbe in questo secolo particolare sviluppo in Francia e in Inghilterra. In Italia la prima cattedra di ostetricia fu istituita a Bologna nel 1757 e affidata a Giovanni Antonio Galli. Nello stesso periodo sorsero nuove scuole d'ostetricia a Firenze e in varie altre città, tra cui Siena, Milano, Padova e Roma. Risale a quest'epoca la prima produzione di modelli didattici destinati ad illustrare agli allievi chirurghi e alle levatrici l'anatomia della gestante, la fisiologia del parto e la serie delle possibili complicazioni.

 
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