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  • Macchinario dell'Antico Uffizio della Zecca, Lucca.zoom in altra finestra
  • Bilanceri dell'Antico Uffizio della Zecca, Lucca.zoom in altra finestra

Antico Uffizio della Zecca di Lucca

Le origini della Zecca di Lucca risalgono al secolo VII, quando, sotto la dominazione dei Longobardi, furono emesse le prime monete (i "tremissi" in oro con il nome della città). Con Carlo Magno fu conservato il diritto di conio e fu emesso il denaro carolingio, una sorta di moneta unica europea. Nel secolo XIII venne battuto il "grosso lucchese" con l'effige del Volto Santo, crocifisso ligneo venerato a Lucca come protettore della città. La monetazione autonoma lucchese proseguì fino al governo dei principi Baciocchi, all'inizio del secolo XIX, quando entrò in circolazione il franco a base centesimale, coniato a Lucca sino al 1817. Nel 1843 l'amministrazione borbonica pose termine all'attività della Zecca che, in dodici secoli di attività ininterrotta, aveva coniato oltre 2.000 tipi di monete.

Continuatori della tradizione plurisecolare della Zecca sono oggi l'Associazione Antica Zecca di Lucca, creata nel 1996, e il Collegio dei Monetieri, nato l'anno successivo. Le attività svolte dal collegio spaziano dalla scuola di formazione per incisori di monete alle ricerche sul materiale conservato presso l'Archivio di Stato di Lucca. Molto importante è, inoltre, l'attività dell'Associazione e del Collegio relativa alla produzione di gettoni e di medaglie commemorative, realizzati secondo le tecniche tradizionali. Ogni anno l'Antica Zecca ripropone la coniazione delle emissioni storiche, con l'intento di riscoprire e valorizzare le antiche metodologie di lavorazione. In questo sforzo di conservazione rivolto alla valorizzazione del suo patrimonio storico, l'Antica Zecca ha recuperato i vecchi macchinari, allestendo un'officina di coniazione, e ha organizzato una esposizione museale e didattica al piano terra di un edificio annesso a Palazzo Guinigi.

La collezione, databile dal XVII al XX secolo, consiste prevalentemente in macchinari e utensili per la coniazione: torchi a bilanciere (tra cui un torchio del 1824 della Zecca dei Borbone), un pantografo bidimensionale Javier-Bercheaut dell'inizio del secolo XX, punzoni, taglioli per la creazione dei tondelli, crogiuoli per fusione. A questi si aggiunge una raccolta di bilance (tra cui una bilancia a parete del secolo XVIII), trabocchi e pesamonete. La collezione comprende anche una cassaforte del Settecento, una piccola serie di minerali della Toscana da cui venivano estratti i metalli per le monete e una vasta raccolta numismatica.

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Scheda a cura di Graziano Magrini

Data aggiornamento 01/apr/2009