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  • Pillo e mazzapicchi, Ecomuseo del Casentino - Museo della polvere da sparo e del contrabbando, Chitignano.zoom in altra finestra

Ecomuseo del Casentino - Museo della Polvere da Sparo e del Contrabbando

Il Museo, aperto nel 2001 e inserito nel Sistema del Bosco dell'Ecomuseo del Casentino, illustra l'attività di produzione e commercio della polvere da sparo, fiorente nel territorio di Chitignano a partire dalla metà dell'Ottocento.

Nella prima sezione viene illustrato il procedimento, sia manuale sia industriale, di produzione della polvere pirica ottenuta miscelando in varie proporzioni carbone, salnitro e zolfo. La produzione industriale era basata sull'uso di botti binarie, cioè recipienti cilindrici nei quali, mediante rotazione, il carbone veniva triturato e miscelato, da una parte con il salnitro e, dall'altra, con lo zolfo. Le due soluzioni così ottenute venivano messe nelle botti ternarie, in cui i tre elementi venivano miscelati fino a formare una massa densa. Il composto ottenuto veniva, a sua volta, compresso, ridotto in grani e preparato per l'essiccazione. Nel procedimento manuale i tre elementi venivano triturati separatamente in mortai di pietra, detti pilli (da pilla, cioè pila); successivamente venivano mescolati e, infine, ridotti in grani di varie dimensioni ed essiccati al sole.

Nella seconda sezione vengono illustrate la produzione ufficiale e quella clandestina della polvere pirica. I maggiori polverifici autorizzati erano quelli dei Prati e dei Ciofi. Il primo, situato lungo il torrente Rassina fu dotato, nei primi anni del secolo XX, di macchine alimentate con corrente elettrica. Nel 1944 lo stabilimento fu distrutto dai tedeschi e non venne più ricostruito. Lo stabilimento dei Ciofi iniziò la sua attività nel 1869 e fu dotato di macchinari messi in movimento dalla forza idraulica fornita dal torrente Rassina. Anche questo opificio fu distrutto dai tedeschi nel 1944. Ripristinato dopo la guerra, rimase in attività sino al 1966. La produzione clandestina della polvere, destinata al mercato di contrabbando, faceva uso del procedimento manuale servendosi dei numerosi pilli sparsi nei boschi e lungo i corsi dei torrenti in luoghi isolati e spesso di difficile accesso.

Un affascinante itinerario – la "Polveriera dell'Inferno" – è stato predisposto nel suggestivo paesaggio di Chitignano e permette di raggiungere uno dei pilli più grandi. Questa polveriera clandestina, della metà dell'Ottocento, era dotata di un maglio azionato ad acqua e destinato alla frantumazione dei componenti della polvere.

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Scheda a cura di Graziano Magrini

Data aggiornamento 16/feb/2008