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  • Villa di Meleto, Castelfiorentino.zoom in altra finestra

Ex Officine Agrarie Ridolfi

Nel 1827 il marchese Cosimo Ridolfi, presidente dell'Accademia dei Georgofili, scriveva sul «Giornale Agrario Toscano» che gli agricoltori toscani «ben spesso impiegano inutilmente le loro forze ed il loro sudore perché nel lavoro non sono sempre guidati da giusti criteri». Era dunque necessario formare una classe di agricoltori tecnicamente qualificati in grado d'impiegare nuovi metodi e nuovi strumenti per la razionalizzazione dei processi produttivi. Una delle più significative iniziative in questa direzione fu la creazione di un istituto agrario nella fattoria di Meleto di proprietà dello stesso Ridolfi. La scuola, aperta nel 1834 e sostenuta con favore dall'Accademia dei Georgofili, era dotata di un'officina per la costruzione di strumenti agrari e di un podere sperimentale per l'istruzione pratico-rurale. Il piano di studi che gli alunni dovevano seguire si articolava in tre fasi. Le materie della prima fase erano il disegno, la geografia, la geologia e la botanica; in un secondo momento venivano studiate la geometria, la meccanica e la chimica; infine, si seguivano corsi di veterinaria, pastorizia, manipolazione dei prodotti agricoli e amministrazione della fattoria. Inizialmente la scuola registrò diciotto alunni che ben presto arrivarono a trenta.

Nella villa di Cosimo Ridolfi si tennero periodicamente, dal 1837 al 1853, le famose "giornate agrarie". Erano occasioni di incontro fra grandi, medi e piccoli proprietari terrieri. Alle riunioni partecipavano anche le delegazioni di numerose accademie (Georgofili di Firenze, Fisiocritici di Siena, Labronici di Livorno, ecc.). Venivano presentate nuove macchine agricole, lette memorie sui temi posti in discussioni e organizzate esposizioni per lo scambio dei prodotti. Le riunioni, come del resto lo stesso Istituto di Meleto, costituivano sì lo strumento per favorire l'innovazione in agricoltura, ma avevano anche una valenza "sociale", cercando di mantenere la coesione fra i proprietari toscani al fine di garantire l'ordine costituito.

Dopo nove anni l'Istituto cessò la propria attività con un bilancio positivo. L'esperienza proseguì in un istituto di istruzione agraria annesso all'Università di Pisa e in altre scuole che si ispirarono al modello proposto da Ridolfi nella sua fattoria.

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Scheda a cura di Graziano Magrini

Data aggiornamento 10/gen/2008