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  • Campionario di rocce e banchi da lavoro, Museo dell'Opificio delle Pietre Dure, Firenzezoom in altra finestra
  • Allestimento del Museo dell'Opificio delle Pietre Dure, Firenzezoom in altra finestra

Museo dell'Opificio delle Pietre Dure

Nel 1588 Ferdinando I de' Medici fondava nei laboratori granducali, in un'ala degli Uffizi, una manifattura di corte, primo nucleo dell'Opificio delle Pietre Dure (OPD). La manifattura, che per un lungo periodo fu impegnata nella decorazione della Cappella dei Principi, realizzava preziosi lavori con pietre policrome. Le opere dell'Opificio costituiscono uno straordinario esempio del connubio fra arte, tecnica e natura.

Particolarmente famoso e apprezzato era il "commesso fiorentino", la cui realizzazione poteva richiedere anche più di un anno di paziente lavoro. Il commesso fiorentino, nato alla fine del Cinquecento, è un "quadro di pietra" che ricalca un modello pittorico. È formato da una stupefacente combinazione di varie sezioni lapidee irregolari che vengono applicate su una base, in genere di lavagna, che poi rimane invisibile. A lavoro ultimato le commettiture risultano quasi impercettibili. Le sezioni lapidee venivano tagliate con rapidità e precisione da particolari macchine. Furono rappresentati soggetti molto vari: vivaci composizioni di fiori e frutta, uccelli variopinti e temi naturalistici, vedute architettoniche e paesaggi, ritratti e storie bibliche. Venivano realizzate opere non solo per le residenze granducali, ma anche per le più importanti famiglie d'Europa, tanto che la produzione artistica dell'Opificio è oggi disseminata in tutto il mondo.

Alla fine del secolo XIX, in assenza della Corte e di committenti adeguati, l'Opificio cominciò a dedicare la sua competenza tecnica al settore del restauro del patrimonio architettonico e scultoreo nazionale. Attualmente l'Opificio delle Pietre Dure è sede di una prestigiosa scuola statale di restauro, di un moderno e qualificato laboratorio scientifico di restauro, di un centro di ricerca sulla climatologia, di una biblioteca altamente specializzata nel campo del restauro e di un museo. Quest'ultimo documenta la passata produzione artistica dell'Opificio, dal Cinquecento all'Ottocento. Oltre a straordinarie opere in pietre dure, il museo conserva banchi e strumenti usati per la lavorazione e un campionario delle pietre utilizzate o collezionate dall'Opificio.

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Scheda a cura di Graziano Magrini

Data aggiornamento 02/gen/2008