Costruire mappe è attività antichissima, consistente nello sforzo di rappresentare proporzionalmente e razionalmente gli spazi. I parametri della rappresentazione hanno subito continua evoluzione secondo il mutare delle esigenze. Si hanno, di conseguenza, carte delle città, itinerarie, corografiche e geografiche.
A seguito dello sviluppo dei traffici marittimi prima nel bacino del Mediterraneo e, poi, negli oceani, vennero elaborate carte nautiche via via più perfezionate. Alla storia della cartografia non è applicabile un paradigma che misuri l'evoluzione solo in termini di precisione negli standard di misura. La carta fornisce, infatti, risposte a esigenze non riconducibili esclusivamente alla sfera della vita materiale. Nella cartografia mistica delle Mappaemundi medievali si riverberano le angosce e le aspettative delle società occidentali. I moderni itinerari turistici e le mappe viarie dell'antichità rispondono alle stesse finalità e la loro sintassi è rimasta ancora oggi sostanzialmente immutata.
Con la formazione degli stati moderni la cartografia diventa strumento di controllo del territorio ed elemento fondamentale delle strategie belliche. Da metà del Cinquecento inizia la costruzione di carte fondate su rigorosi metodi geometrici, che raggiungeranno il culmine nell'età dei Lumi, unitamente allo sviluppo di nuove tecniche di calcolo e alla universalizzazione dei segni convenzionali.
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