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Rita Levi-Montalcini - 1986
medicina   

Rita Levi-Montalcini - 1986
Torino  1909

motivazione

Per le scoperte sui “fattori di crescita” del sistema nervoso.


biografia

Allieva della scuola torinese di Giuseppe Levi, vi si laureò nel 1936. Stava terminando gli studi di psichiatria e neurologia quando le leggi razziali del 1938 la costrinsero a emigrare in Belgio. Poco prima dell'invasione tedesca del Belgio tornò a Torino, dove allestì un laboratorio domestico. Durante la guerra si rifugiò nelle campagne torinesi, poi a Firenze, nel 1943, dove fu in contatto con le forze partigiane. Nel 1944 operò come medico nelle forze alleate. Rientrata a Torino nel 1945, riprese gli esperimenti sugli embrioni di pollo, ispirata dagli studi di Viktor Hamburger, il quale, nel 1947, la invitò a Saint Louis. Rimase fino al 1977 negli USA, dove realizzò gli esperimenti fondamentali che la condussero alla scoperta del Nerve Growth Factor (NGF), che le meritò il Nobel nel 1986. Restò comunque legata all'Italia, dove creò un’unità di ricerca nel 1962, a Roma, e diresse, dal 1969 al 1978, l'Istituto di Biologia Cellulare del CNR. Dal 1979 svolge ricerca solo in Italia.


scheda di mostra

I primi studi di Rita Levi-Montalcini dimostrarono che nel veleno del serpente e nelle ghiandole salivari di diverse specie animali è presente una sostanza che promuove la crescita delle cellule nervose appartenenti al sistema simpatico, una branca del sistema nervoso autonomo formata da vari gangli – o raggruppamenti di neuroni – che controllano il ritmo cardiaco, la costrizione delle pupille, la contrazione delle fibre muscolari dell’intestino e dei vasi sanguigni.

La sostanza estratta dalle ghiandole salivari venne ben presto chiamata «fattore di crescita del sistema simpatico», o NGF (Nerve Growth Factor), una molecola proteica di peso molecolare 44000. Questa molecola stimola la crescita di tutte le cellule nervose non soltanto nelle fasi embrionali, quando il sistema nervoso prende corpo, ma anche nel corso dei processi di ristrutturazione e riparazione dei circuiti nervosi: l’NGF, infatti, non viene prodotto esclusivamente da alcune ghiandole ma dalle stesse cellule nervose, che in tal modo inducono altre cellule a collegarsi con loro in rete.

Gli studi sull’NGF hanno dimostrato che il cervello e i suoi circuiti si realizzano non solo sulla base di un programma genetico che prevede ogni minimo dettaglio, ma anche grazie agli scambi di informazione e agli stimoli che provengono dai diversi gruppi di neuroni, ad esempio, nel corso della registrazione di nuove esperienze, come avviene nei processi di memorizzazione. In sostanza, l’NGF può essere definito come la molecola della plasticità nervosa.

Furono proprio gli studi innovativi condotti per oltre un trentennio dalla Levi-Montalcini sul meccanismo di azione dell’NGF a essere premiati, nel 1986, con il Nobel per la Medicina, che condivise con Stanley Cohen.


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