logo Museo Galileo - Istituto e Museo di Storia della Scienza

Le due vie dell'osservazione astronomica

Verso la fine del Cinquecento, cosmologia e astronomia erano tradizionalmente distinte. La prima riguardava la definizione della struttura fisica dell’Universo e competeva ai filosofi; la seconda mirava invece a registrare le posizioni dei corpi celesti e competeva ai matematici. Per tener fede alla duplice funzione sociale dell’astronomia - la definizione accurata del calendario e la previsione delle posizioni dei pianeti per redigere oroscopi - gli astronomi matematici avevano da vari secoli elaborato una serie di strumenti graduati di misura da utilizzare a occhio nudo.

Alcuni personaggi, come Niccolò Copernico (1473-1543) e Tycho Brahe (1546-1601), avevano già tentato di superare la dicotomia fra cosmologia e astronomia, e di definire la struttura dell’Universo grazie a accurate osservazioni; ma fu soltanto l’invenzione del telescopio a fondere materialmente i due campi del sapere. Il telescopio - uno strumento non graduato che permetteva di svelare la reale natura degli astri - aprì infatti una via del tutto nuova all’osservazione del cielo. Questa premessa è indispensabile per comprendere l’enorme impatto che lo strumento ebbe sulla scienza e sulla società del Seicento.

Ritratto di T. Brahe (Astronomiae Instauratae Progymnasmata, 1610) T. Brahe, Sestante astronomico (W.J. Blaeu, Cosmographie Blaviane, 1667) O. Leoni, Ritratto di Galileo, inizio XVII sec. (Biblioteca Marucelliana, Firenze) G. Galilei, Telescopio da dono, c. 1610 (IMSS, inv. 2428)
 ©IMSS 2008 P.zza dei Giudici 1 50122 Firenze P.I. 01346820481