Il cannocchiale di Galileo - L'elioscopio

Versione dinamica

Alcuni tra i pionieri dell’osservazione telescopica eseguirono osservazioni sistematiche del sole direttamene col telescopio privo di qualunque protezione, procurandosi danni spesso irreparabili alla vista. Galileo (1564-1642) adottò invece un metodo ideato dal suo allievo Benedetto Castelli (1577/8-1643) che consiste nel proiettare per mezzo del telescopio l’immagine del sole su un foglio di carta situato a circa un metro dall’oculare. Per aumentare il contrasto dell’immagine è consigliabile oscurare la stanza o almeno applicare sul tubo dello strumento un ampio schermo di cartone che attenui la luce proveniente direttamente dal sole. Il metodo, efficace e del tutto sicuro, permetteva così di disegnare con grande esattezza direttamente sul foglio le macchie solari. A questo scopo Galileo tracciava un cerchio sul foglio che situava ad una distanza dall’oculare del telescopio tale che le dimensioni dell’immagine del bordo solare coincidessero esattamente con quelle del cerchio precedentemente tracciato. L’immagine così ottenuta è però specularmene invertita e per ottenere una rappresentazione corretta del disco solare era necessario disporre il foglio frontalmente, ribaltarlo verticalmente e quindi lucidarlo ossia ricalcarlo in controluce su un altro foglio.
Il metodo della proiezione, che avrà in seguito larga diffusione, fu adottato anche da Christoph Scheiner (1573-1650) che migliorò sensibilmente l’apparato fornendolo di un piano di appoggio per il foglio solidale con il cannocchiale e, soprattutto, introducendo un nuovo tipo di montatura, oggi nota come montatura equatoriale, che permetteva, una volta centrato il sole nel campo dello strumento, di seguire l’astro nel suo moto diurno muovendo un solo asse.

 

 

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