Nei manoscritti degli ingegneri senesi appare notevole la presenza di macchine e dispositivi per il sollevamento e lo spostamento dei materiali da costruzione. Taccola raffigura numerose macchine da cantiere, in genere di concezione tradizionale, con una predilezione evidente per dispositivi di modeste dimensioni, installati su carrelli. Francesco di Giorgio insiste invece su macchine dagli ingranaggi estremamente complessi (ruota dentata, rocchetto e, soprattutto, vite senza fine e cremagliera) e di enormi dimensioni, destinate a sollevare e spostare colonne, obelischi e torri.
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