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Introduzione

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Nell'immaginario collettivo, il Rinascimento appare come un periodo di fioritura delle arti e delle lettere. Questa immagine ha contribuito a lasciare in ombra il processo di rinnovamento dei saperi tecnici, che prese avvio in Italia a partire dalla fine del Trecento, mantenendosi vivacissimo per tutto il Quattrocento.

Questo processo fu animato dagli stessi protagonisti del rinnovamento della pittura, della scultura e dell'architettura.

Si e a lungo creduto che l?attitudine di Leonardo a integrare arte, tecnica e scienza abbia costituito un caso unico nel suo tempo. Viceversa, numerosi artisti del Quattrocento concepirono vere e proprie meraviglie meccaniche.

La riscoperta dei classici

Gli artisti del Rinascimento si impegnarono, spesso in collaborazione con illustri umanisti, nello sforzo di riportare alla luce le conoscenze tecniche del mondo classico. Nel 1425 Lorenzo Ghiberti compi appositamente un viaggio a Roma per vedere un codice greco figurato di soggetto tecnico. Altri artefici si sforzarono di decifrare le macchine descritte nel testo di Vitruvio e di offrirne una raffigurazione plausibile. Attenzione costante fu rivolta ai testi di pneumatica di Filone di Bisanzio e di Erone Alessandrino, mentre continua fu l?utilizzazione dei trattati sull?arte militare e sull?idraulica di Vegezio e Frontino.

La letteratura tecnica

All?inizio del Quattrocento, dopo secoli di emarginazione, le tecniche tornarono ad essere considerate soggetto degno di trattazione. A partire da Taccola, gli artefici manifestarono infatti l?ambizione di farsi autori di opere tecniche caratterizzate dalla proficua integrazione fra testo e immagine, come si osserva in Francesco di Giorgio, in Giovanni Fontana e, soprattutto, in Leonardo.

Il primato del disegno

La tradizione tecnica antica e medievale era documentata da testi raramente corredati da immagini. Il sempre piu largo ricorso al disegno come strumento di dimostrazione e comunicazione costitui una delle massime innovazioni del Quattrocento. Nel giro di pochi decenni vennero definite raffinate convenzioni grafiche per visualizzare macchine e dispositivi meccanici complessi e per suggerirne le prestazioni. In quest?arte del ritrarre le macchine, avviata da Taccola e portata a maturazione da Francesco di Giorgio, Leonardo lascio un?impronta indelebile. Egli libero il disegno dai vincoli che lo avevano fino ad allora legato alle arti figurative, trasformandolo in un formidabile strumento di indagine della grande macchina del mondo.

I patroni

La Repubblica e, poi, la Signoria medicea a Firenze, la Serenissima Repubblica di Venezia, la ghibellina Siena, i Malatesta a Rimini, i Montefeltro a Urbino, gli Aragonesi a Napoli e gli Sforza a Milano offrirono agli artisti-ingegneri frequenti occasioni per mostrare il proprio talento. Grazie a questi tecnici venne trasformata l?immagine delle citta rinascimentali: la Firenze di Brunelleschi, la Urbino di Laurana e Francesco di Giorgio integrata nello straordinario sistema delle rocche fortificate, la Milano sforzesca, teatro degi utopici progetti urbanistici di Leonardo.

L?emancipazione sociale dell?artista-ingegnere

Nel corso del Quattrocento l?identita professionale degli operatori pratici subi una forte modificazione. I tecnici medievali, autori delle grandi cattedrali gotiche, ma socialmente emarginati e letterariamente muti, vennero trasformandosi in artefici impegnati nella stesura di opere letterarie ambiziose e, soprattutto, celebrati e protetti dai piu grandi Signori d?Europa. Avviato da Brunelleschi, questo processo di emancipazione culminera con Leonardo, conteso dai massimi personaggi. Secondo la leggenda, alla sua morte ad Amboise, nel 1519, avrebbe assistito addirittura il Re di Francia, suo grandissimo estimatore.

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