Con la scoperta delle prime due leggi del moto planetario, Kepler aveva definitivamente demolito il millenario assioma della circolarità e uniformità dei moti celesti. Queste leggi furono il punto di partenza per una nuova riflessione sulle ragioni fisiche del moto dei pianeti. Kepler suppose l'esistenza di una forza non attrattiva, come la gravità newtoniana, ma agente spingendo o trainando i pianeti emanata dal Sole e operante solo lungo i piani orbitali, generando una sorta di vortice. Un tale vortice, però, avrebbe dovuto muovere i pianeti lungo orbite circolari concentriche al Sole. Perchè allora le orbite planetarie sono ellittiche? Per risolvere la questione, Kepler ipotizzò che i pianeti fossero degli 'enormi magneti sferici'. L'asse magnetico di ciascun pianeta era orientato sempre nella stessa direzione, e un polo era attratto dal Sole mentre l'altro ne era respinto. Nella metà dell'orbita nella quale il polo attrattivo era orientato verso il Sole, il pianeta si avvicinava a esso fino a raggiungere il perielio (il punto di massima vicinanza al Sole). Da quel punto in poi, era il polo repulsivo a essere orientato verso il Sole e quindi, per l'altra meta dell'orbita, il pianeta si allontanava da esso fino a raggiungere l'afelio (il punto di minima distanza dal Sole).
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