L'evoluzione del telescopio kepleriano genero strumenti con ingrandimenti sempre maggiori. Tuttavia, gli oggetti osservati apparivano confusi e con frange iridate. Per attenuare l'inconveniente, oggi noto come "aberrazione cromatica", gli ottici trovarono utile costruire telescopi estremamente lunghi.
Nel 1672 Newton espose alla Royal Society l'esame della luce bianca che aveva condotto utilizzando prismi di vetro. Le conclusioni sperimentali, applicate alla formazione dell'immagine della lente obbiettiva di un telescopio, spiegavano l'origine dell'aberrazione cromatica. Come un prisma, anche la lente obbiettiva divideva la luce bianca che la attraversava nei colori dell'iride e generava molte immagini colorate dello stesso oggetto.
Nessun telescopio con una lente per obbiettivo poteva essere corretto per evitare frange iridate. Newton presento percio alla Royal Society anche un nuovo tipo di telescopio nel quale uno specchio sferico concavo sostituiva la lente obbiettiva. Al contrario di una lente, lo specchio non rifrangeva la luce, ma la rifletteva.
Newton non fu il primo a concepire questo metodo per "accorciare i telescopi". Verso la meta del XVII secolo, James Gregory (1638-1675) e Guillaume Cassegrain (1625-1712) elaborarono altri due modelli di telescopio a riflessione.
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