Machina Mundi >  La nuova fisica dell'Universo  >  La legge di gravitazione e l'Universo  > Le orbite delle comete e dei pianeti

L'abbinamento fra la teoria della gravitazione universale e i tre principi della dinamica fu molto fruttuoso. L'abbinamento poteva essere applicato allo studio di un corpo singolo che ruotava attorno a un corpo piu grande, come nel caso di un pianeta o di una cometa attorno al Sole. Per esempio, nel 1684 Newton dimostro che la curva percorsa da un pianeta soggetto a una forza inversamente proporzionale al quadrato della distanza era un'ellisse. Analogamente, Newton concluse che i percorsi delle comete erano parabole o ellissi estremamente allungate, come nel caso della "Cometa di Halley".

L'abbinamento poteva anche applicarsi allo studio delle perturbazioni esercitate da un terzo corpo sul percorso ellittico di un corpo orbitante attorno a un copro piu grande. Questa seconda direzione di studi divenne assai proficua nei secoli XVIII e XIX. La scoperta dell'ottavo pianeta (Nettuno) nel 1846, compiuta indipendentemente da John Couch Adams (1819-1892) e da Urbain Jean Joseph Le Verrier (1811-1877), decreto l'indiscusso successo della fisica di Newton applicata ai moti planetari. La scoperta nacque dall'applicazione inversa dell'analisi newtoniana di un sistema a tre corpi: poiche Urano, scoperto fortunosamente nel 1781, non seguiva la traiettoria calcolata, il corso del pianeta era probabilmente perturbato dall'attrazione gravitazionale di un ottavo pianeta ancora sconosciuto.

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