logo Museo Galileo - Istituto e Museo di Storia della Scienza
Codice Leicester, 8v. - Pagina senza illustrazioni, con osservazioni di geologia, paleontologia e geografia fisica, preceduta da un titolo: «Del Diluvio e dei nichi marini». La presenza di conchiglie marine fossili sulle alte montagne del Nord Italia, lontano dal mare, secondo Leonardo non poteva essere attribuita al diluvio universale: i nichi vivevano nel mare ed essendo «di non più veloce moto che si sia la lumaca fori dell'acqua, e qualche cosa più tardo», non potevano aver percorso le 250 miglia dal mar Adriatico al Monferrato nei 40 giorni dell'evento biblico. Inoltre il loro peso le tratteneva sul fondo, mentre Leonardo le trovava sulle cime dei monti e nei laghi fra le montagne, come il Lago Maggiore e quello di Como (e qui egli cita anche il lago di Fiesole e quello di Perugia). Più avanti, a esempio dei fiumi che cadevano in mare con un profondo salto, egli cita l'Arno alla Golfolina, presso Montelupo; e descrive i conglomerati di ghiaia e pietre diverse, e il tufo come «congelazione della rena» a Castelfiorentino. Infine ricorda i nichi trovati «con varie cose marine», in «fango azzurreggiante», nel taglio dell'Arno presso Collegonzi (Vinci): la disposizione ordinata dei fossili dimostrava che non furono proiettati fin lì nei vortici del diluvio universale (cfr. ff. 9A - 9r, 9B - 9v, 10A - 10r, 10B - 10v).
Codice Leicester, 8v. - Pagina senza illustrazioni, con osservazioni di geologia, paleontologia e geografia fisica, preceduta da un titolo: «Del Diluvio e dei nichi marini». La presenza di conchiglie marine fossili sulle alte montagne del Nord Italia, lontano dal mare, secondo Leonardo non poteva essere attribuita al diluvio universale: i nichi vivevano nel mare ed essendo «di non più veloce moto che si sia la lumaca fori dell'acqua, e qualche cosa più tardo», non potevano aver percorso le 250 miglia dal mar Adriatico al Monferrato nei 40 giorni dell'evento biblico. Inoltre il loro peso le tratteneva sul fondo, mentre Leonardo le trovava sulle cime dei monti e nei laghi fra le montagne, come il Lago Maggiore e quello di Como (e qui egli cita anche il lago di Fiesole e quello di Perugia). Più avanti, a esempio dei fiumi che cadevano in mare con un profondo salto, egli cita l'Arno alla Golfolina, presso Montelupo; e descrive i conglomerati di ghiaia e pietre diverse, e il tufo come «congelazione della rena» a Castelfiorentino. Infine ricorda i nichi trovati «con varie cose marine», in «fango azzurreggiante», nel taglio dell'Arno presso Collegonzi (Vinci): la disposizione ordinata dei fossili dimostrava che non furono proiettati fin lì nei vortici del diluvio universale (cfr. ff. 9A - 9r, 9B - 9v, 10A - 10r, 10B - 10v).
© Alessandro Vezzosi

Data aggiornamento 26/feb/2008