X
Archeologia

Archeologia

Nei manoscritti di Leonardo non si ritrovano molti disegni relativi a opere dell’antichità, ma è per altri versi evidente il suo interesse per il lungo passato archeologico della Toscana e più in generale per i modelli antichi: richiami all’arte classica sono presenti spesso nella sua produzione, e un suo studio della classicità si rileva senza dubbio anche nell’ambito dell’architettura.

  • Nel Rinascimento Arezzo era uno snodo fondamentale degli itinerari che dalla Toscana andavano verso l’Adriatico, ma vi era anche un altro aspetto in grado di suscitare un grande interesse in Leonardo: la sua storia antichissima e i reperti archeologici di età ellenistica, etrusca e romana che già avevano influenzato Donatello e il Verrocchio. Questo patrimonio è oggi conservato al Museo Archeologico Nazionale di Arezzo, intitolato a un celebre figlio della città, Gaio Cilnio Mecenate.

  • Il Parco Archeologico di Carmignano raccoglie vari siti di grande interesse, tra cui il Museo Archeologico Comunale “Francesco Nicosia” di Artimino, che conserva numerose testimonianze del passato etrusco dell’antica città. Una sezione distaccata del museo, allestita a Bacchereto, espone interessanti ceramiche: proprio in questo paese la famiglia della nonna paterna di Leonardo aveva una fornace, presso la quale si pensa che il Vinci iniziò il suo percorso artistico.

  • In un disegno leonardiano conservato al Louvre, nel Cabinet des Dessins, è raffigurata una struttura molto simile al complesso funerario che venne casualmente scoperto all’inizio del XVI secolo nei pressi di Castellina in Chianti: non si tratta, in ogni caso, di un preciso rilievo dell’edificio, ma di un concreto spunto di ricerca per l’artista di Vinci.

  • Chiusi fu un centro urbano di grande importanza nel mondo etrusco, e conservò un ruolo rilevante fino al Medioevo: Leonardo, in una carta conservata nel Regno Unito, la mette in grande evidenza, e la ricorda anche in altri manoscritti. Alla tomba del leggendario Re di Chiusi, Porsenna, il Vinci dedicò uno studio.

  • Di Cortona troviamo diverse testimonianze negli scritti di Leonardo, che grande importanza dà anche al corso d’acqua che scorre davanti alla città. Nella locale Biblioteca Etrusca è conservata una copia seicentesca del Libro di Pittura del Vinci, mentre nel Museo dell’Accademia è presente la Musa Polymnia, pittura su lavagna che non ha ancora trovato una collocazione cronologica definitiva.

  • Il nome della città di Fiesole è legato alle esperienze di Leonardo riguardanti il volo umano, che ebbero luogo sull’attiguo Monte Ceceri. Proprio in prossimità delle antiche mura cittadine il Vinci acquistò all’inizio del XVI secolo due piccoli terreni agricoli e una cava, ma è improbabile che conoscesse le testimonianze architettoniche antiche quali il teatro e il tempio, che al giorno d’oggi sono state recuperate e aperte al pubblico.

  • Alla fine del VII secolo a.C. sorse, nei pressi dell’attuale centro abitato di Murlo, un imponente palazzo, che dopo secoli di abbandono e oblio è stato riscoperto soltanto nel secondo ‘900: in una delle carte della collezione Windsor, Leonardo indica questo insediamento. Oggi in loco è visitabile il Museo Archeologico.

  • Nel Golfo di Baratti sorse l’unica grande città marinara della civiltà etrusca: Populonia, che Leonardo indica due volte in manoscritti degl inizi del XVI secolo. Rimangono a testimoniare la gloria passata le splendide archietture dei tumuli, oltre ad arredi funerari e reperti in genere che sono per lo più esposti a Piombino, dove sorge il Museo Archeologico del Territorio di Populonia.

  • Tra Sovana, Sorano e San Quirico si articola il suggestivo “Parco Archeologico Città del tufo”, che ha nella necropoli sovanese uno dei complessi più preziosi, ricco di celebri tombe monumentali. In alcune carte conservate nel Regno Unito, Leonardo mette in grande evidenza la città di Sovana, che ebbe una grande rilevanza fin dalla prima epoca etrusca e la mantenne in età romana.

  • Già nel primo Umanesimo avevano iniziato a diffondersi notizie sulle radici etrusche di Volterra, che da lì in avanti attrasse sempre con forza l’interesse della famiglia de’ Medici. Leonardo conosceva sicuramente alcune testimonianze architettoniche dell’antichissima città, e le dedicò un’attenzione particolare, in vari testi: addirittura, in due carte della collezione Windsor la disegnò accuratamente e sotto diverse angolazioni.