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Cronologia

ritratto di leonardo

 
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1452

Leonardo nasce a Vinci «sabato 15 aprile alle ore 3 di notte». Una memoria del nonno paterno, Antonio Da Vinci, precisa i nomi del prete di Vinci che lo battezza e di ben cinque padrini e cinque madrine, tutti indicati con il relativo patronimico: sono i vicini di casa che festeggiano la nascita di quello che è un «figlio di grande amore e gran desiderio», come direbbe Leonardo, e quindi «di grande intelletto e spirituoso e vivacie e amorevole». Egli è figlio illegittimo del notaio Ser Piero, che nello stesso anno sposa Albiera Amadori, di una famiglia fiorentina relativamente benestante, essendo lei senza dote. La madre, invece, è una misteriosa Caterina, per la leggenda una contadinella o una serva di osteria, ma secondo una recentissima ipotesi una schiava orientale che non potrà vantare alcun diritto e che entro l'anno seguente si sposerà con Antonio di Piero Buti del Vacca detto "l'Achattabriga", con cui vivrà nelle campagne di Vinci, a San Pantaleo. Leonardo viene, così, accolto nella casa paterna, «nel borgo di Vinci».

Già dal XIII secolo il cognome degli avi di Leonardo era Da Vinci; l'origine più attendibile del toponimo di Vinci, e quello del torrente Vincio che ne attraversa il territorio, sembra essere legato al termine latino vincus, vinci, da cui deriva anche il nome dei salici dai ramoscelli flessibili, diffusi in queste campagne, che venivano e sono tuttora usati per realizzare canestri o legare le viti. Forse da questa consuetudine traggono origine i "nodi vinciani", che saranno emblema di Leonardo e della sua Accademia.

 

1454

Nasce Piera, la prima dei suoi cinque fratelli da parte di madre.

 

1457

Il nonno Antonio dichiara che Leonardo vive con lui, nella casa di fronte alla Loggia del Comune di Vinci, insieme al padre Ser Piero e sua moglie Albiera (che in realtà abitano a Firenze), allo zio Francesco e a nonna Lucia, figlia di Ser Piero di Zoso da Bacchereto, discendente di una famiglia di notai e ceramisti. Ancora nel 1480 il fratello di Lucia, Ser Baldassarre, dichiara fra i suoi beni in Bacchereto «una casa con fornace da orcioli» che poi diventerà proprietà di Ser Piero Da Vinci.

 

1462

Se si considera la fornace di famiglia a Bacchereto, centro della ceramica artistica del comprensorio e la presenza, a Vinci e nel suo territorio, di numerosi pittori e scultori fiorentini, si può verosimilmente pensare che Leonardo abbia iniziato già in questi anni la sua formazione artistica. Una precoce iniziazione a questa pratica è del resto testimoniata anche per altri artisti del tempo, come dimostra il caso di Raffaello Sanzio, figlio d'arte, a bottega dal Perugino già tra gli otto e i dieci anni.

La zia di Leonardo, Violante, abita a Pistoia, città d'arte vicinissima a Vinci e centro culturale e religioso per tutto il territorio circostante. Dopo la morte del nonno Antonio, suo padre Ser Piero continua ad esercitare in Firenze la professione di notaio per gli esponenti di nobili famiglie, come Cosimo de' Medici che assiste nelle sue relazioni con Ercole Bentivoglio, signore di Bologna.

 

1463

A Firenze muore, a pochi mesi dalla nascita, Antonia, la prima dei numerosi fratelli (almeno 16 in tutto) che ebbe da parte di padre.

 

1464

A Firenze muore Albiera, la prima delle sue quattro matrigne.

 

1469

Leonardo è ancora dichiarato al catasto come residente nella famiglia paterna, ma quasi certamente vive a Firenze, dove Ser Piero «sta al Palagio del Podestà»; quest'ultimo è, fra l'altro, procuratore del convento di San Pier Martire e abita in una casa dell'Arte dei Mercanti, sita di fronte a Palazzo Vecchio, nel luogo in cui i Gondi costruiranno poi il loro palazzo. In base ai documenti conosciuti non si può ancora stabilire quando Leonardo sia entrato nella bottega del Verrocchio; nonostante le numerose ipotesi avanzate, nessuna sua opera di questo periodo è stata riconosciuta con certezza.

 

1470

Risalgono a questo periodo alcuni studi di drappeggi. Le «tele sottilissime», come quelle del Louvre, degli Uffizi, del British Museum e della collezione Piasecka Johnson, databili ai primi anni Settanta, piuttosto che esercitazioni accademiche da un modello sono pitture monocrome di "panni abitati" come "al di là del visibile".

 

1471

Il Verrocchio colloca la sfera di rame sulla lanterna della cupola del Duomo di Firenze; Leonardo ne ricorderà le opere di saldatura in un foglio di studi relativi a specchi parabolici databile verso il 1515.

Nella bottega del Verrocchio Leonardo lavora con Botticelli, Perugino, Ghirlandaio. Qui, nella prima metà degli anni Settanta, si elaborano, con il coinvolgimento di maestri diversi, opere in cui si è intravisto l'intervento di Leonardo o che gli sono state parzialmente attribuite: dal Tobia e l'Arcangelo Raffaele della National Gallery di Londra alla Madonna Dreyfus di Washington. Notevoli per qualità e complessità sono il Battesimo di Cristo e l'Annunciazione degli Uffizi, due capolavori di sintesi nei quali il ruolo di Leonardo è evidente.

 

1472

In giugno «Lionardo di Ser Piero Da Vinci dipintore» risulta iscritto nella Compagnia dei Pittori: il suo nome compare, infatti, nel Libro rosso dei creditori e debitori della Compagnia.

 

1473

è già un artista originale e innovativo. Lo dimostra un magistrale capolavoro: il "Paesaggio del 5 agosto 1473", nel quale l'autore realizza una spettacolare veduta dal Montalbano di Vinci verso la Valdinievole e il Padule di Fucecchio. Quest'opera costituisce un primo sicuro riferimento nella cronologia dell'attività artistica di un Leonardo che, in relazione a simili studi analitici e concettuali, dipinge anche il paesaggio nel Battesimo di Cristo del Verrocchio e forse quello nella Madonna col Bambino e due angeli della National Gallery di Londra, dai più attribuita al Perugino.

 

1475

è una data probabile per alcune sculture in terracotta come il Cristo giovinetto Aglietti-Gallaudt, da altri critici riferito agli anni Novanta. Gli sono stati attribuiti anche il Putto con delfino e la Dama col mazzolino, per lungo tempo considerati capolavori del Verrocchio, oltre all'Angelo di San Gennaro conservato nella Pieve del paesino di Collodi. Dipinge il Ritratto di Ginevra Benci (Washington, National Gallery) e forse collabora alla Madonna di Piazza per la cattedrale di Pistoia, commissionata al Verrocchio e eseguita in gran parte da Lorenzo di Credi, la cui predella con l'Annunciazione si conserva al Louvre.

Risulterebbe perduto un suo arazzo per il re del Portogallo.

 

1476

Leonardo lavora sempre nella bottega del Verrocchio. Subisce un'accusa anonima di sodomia con altri giovani fra cui un Tornabuoni recidivo, ma viene assolto. è il periodo del Profilo di guerriero del British Museum, opera da porre in relazione con alcuni bassorilievi attributi a Verrocchio e ai Della Robbia.

 

1477

A questo periodo risalgono i più antichi fogli del Codice Atlantico (Milano, Biblioteca Ambrosiana). Il nome deriva dalla forma di "atlante" di questa miscellanea: oltre 1700 tra carte e frammenti, con testi e disegni databili fino al 1518, in massima parte autografi di Leonardo. Si tratta di osservazioni a carattere tecnologico-scientifico, ma non mancano gli appunti relativi anche a geografia e matematica, invenzioni letterarie, note di pittura e progetti architettonici, aneddoti e promemoria.

Un antico collezionista, lo scultore Pompeo Leoni, fra il 1580 e il 1590 ne separò e addirittura ne ritagliò in frammenti i disegni con soggetti "artistici", oltre a quelli con i principali studi anatomici e geografici; questi si conservano prevalentemente a Windsor (Royal Library) in un'altra raccolta miscellanea risalente anch'essa agli anni compresi tra il 1478 e il 1518, come peraltro il Codice Arundel 263 - Londra, British Museum.

 

1478

In un foglio con studi per un'"Adorazione dei pastori" oggi agli Uffizi, Leonardo ricorda due suoi dipinti di Madonna iniziati in quest'anno; si tratta forse della Madonna del Garofano conservata nella Alte Pinakothek di Monaco, e la Madonna Benois, all'Ermitage di San Pietroburgo, per quanto sembrino antecedenti e così diverse tra loro. Riceve la commissione di una pala d'altare per una cappella di Palazzo Vecchio, dipinta poi da Filippino Lippi: la Madonna in trono e Santi, ora agli Uffizi. Probabile la sua collaborazione ai rilievi in terracotta per il Cenotafio Forteguerri da realizzare a Pistoia e commissionato al Verrocchio, o per una Maddalena di cui rimangono due frammenti ora al Louvre.

È a Vinci per il mulino del Comune, preso in gestione dal padre Ser Piero e dallo zio Francesco con l'impegno di ristrutturarlo; Leonardo, per quanto figlio "spurio", è indicato espressamente come beneficiario.

 

1479

Disegna in questo periodo il prospettografo, il girarrosto a elica e ad aria calda, il soffiatore e altri ingegni confrontabili con macchine di Brunelleschi, Taccola, Francesco di Giorgio Martini, Bonaccorso Ghiberti e Giuliano da Sangallo. Riprende dal vero "L'impiccato", quel famigerato Bernardo Baroncelli, membro della congiura dei Pazzi contro i Medici, che fu catturato a Costantinopoli e giustiziato in Firenze il 29 dicembre.

Una lettera dell'8 febbraio di Giovanni Bentivoglio, signore di Bologna, indirizzata a Lorenzo de' Medici parla di un «Paulo de Leonardo de Vinci da Fiorenze», protetto dai due ma esiliato per «mala vita» e affinché «havesse ad emendare e levarsi da le male conversatione…». Dati i rapporti dei Medici e dei Bentivoglio con Leonardo e suo padre, è difficile pensare a una semplice omonimia o coincidenza.

 

1480

Disegna una macchina volante, uno strettoio da olio, seghe idrauliche, un torchio da stampa, armi e macchine da guerra, specchi ustori e ingegni di Archimede. Scrive nel Codice Arundel l'autobiografia ideale della "caverna della conoscenza" («E tirato dalla mia bramosa voglia, pervenni all'entrata d'una gran caverna, / dinanzi alla quale / salsaro in me due cose: paura e desiderio; / paura per la minacciante e scura spilonca, / desiderio per vedere / se là entro fusse alcuna miracolosa cosa [...]»). Lavora per Lorenzo il Magnifico nel giardino di San Marco. Da altre fonti sappiamo, invece, che «Ser Piero da Vinci [è] notaio et prochuratore al Palagio del Podestà di Firenze».

 

1481

In marzo Leonardo stipula il contratto con i monaci di San Donato a Scopeto, di cui suo padre Ser Piero è notaio, per una pala d'altare: l'Adorazione dei Magi ora agli Uffizi. L'opera, benchè incompiuta, è in realtà uno straordinario capolavoro di quadro-marchingegno. Considerate le affinità stilistiche, allo stesso anno è databile anche l'incompiuto San Gerolamo dei Musei Vaticani.

 

1482

Fa scrivere una lettera in bella grafia da inviare a Ludovico il Moro, con l'elenco delle meraviglie tecnologiche e delle opere che gli propone: dalle macchine militari a un monumento equestre a Francesco Sforza. Inviato da Lorenzo il Magnifico, si trasferisce a Milano presso la corte sforzesca, recando in dono uno strumento musicale. Elabora studi grafodinamici per la Madonna del gatto.

 

1483

Il 25 aprile Leonardo, insieme con Evangelista e Giovanni Ambrogio de Predis, si impegna a eseguire il polittico per la cappella di San Francesco Grande a Milano: la Vergine delle rocce e otto angeli musicanti, da collocare nella grandiosa ancona scolpita da Angelo del Maino. La complessa vicenda si protrarrà per 25 anni e Leonardo potrà firmare la quietanza solo il 23 ottobre 1508. La prima versione della pala d'altare si trova al Louvre; ci sono pervenuti, invece, due soli angeli, dipinti in uno stile che ricorda Francesco Napoletano e Boltraffio, e attualmente conservati nella National Gallery di Londra con la seconda versione della Vergine delle rocce.

Inizia gli studi per il Monumento Sforza.

 

1485

Probabilmente in aprile gli viene commissionata una "Nostra Donna" per Mattia Corvino, re d'Ungheria. In questo periodo dipinge il Musico della Pinacoteca Ambrosiana e, nella sua bottega, sono realizzate opere di notevole qualità come la Madonna Litta. A seguito della peste che ha sconvolto Milano si dedica a studi di città ideale; disegna nodi vinciani e allegorie (oggi ad Amburgo e ad Oxford), armi (catapulte, balestre, carri falcanti, mortai con proiettili esplosivi...) e macchine volanti, compreso il paracadute.

 

1487

In luglio è documentata la costruzione, su progetto di Leonardo, di un modello ligneo per il tiburio del Duomo di Milano. Scrive la "Lettera sul gigante" (Codice Atlantico). Inizia il Manoscritto B, i cui fogli, asportati da Guglielmo Libri e recuperati nel 1891, formeranno il Ms. B1 - Ashburnam 2037, ora nella Biblioteca dell'Institut de France. Si tratta di studi di natura e geometria, urbanistica e architettura, prefabbricazione edilizia e canalizzazioni, armi e macchine volanti, arredi per la casa e strumenti per il pittore, compresa quelli per la camera di specchi, databili fino al 1490. Disegna la "Fonderia" e i primi studi anatomici (Windsor), marchingegni bellici e "sottomarini", studi di ponti militari e macchine d'assalto. Risalgono a questo periodo e, comunque, non oltre il 1490, il Codice Trivulziano, oggi al Castello Sforzesco di Milano, con liste lessicali intercalate da studi di arte militare, tecnologia, architettura e grottesche, e la seconda parte del Ms. Forster I (Londra, Victoria and Albert Museum), con studi per macchine idrauliche.

 

1488

In gennaio Leonardo riceve altri pagamenti per il progetto e il modello del tiburio della cattedrale di Milano. Disegna i rebus di Windsor. Il 21 dicembre si celebra per procura, a Napoli, il matrimonio tra Isabella d'Aragona e Gian Galeazzo Sforza. Per l'occasione, a Tortona, viene predisposta l'accoglienza del corteo nuziale con la realizzazione di un grande automa di cavallo, probabile opera dello stesso Leonardo, che ricorda il suo monumento sforzesco.

 

1489

Continua a dedicarsi, sistematicamente, agli studi anatomici. Nel foglio 19059r di Windsor annota: «Addì 2 d'aprile 1489. Libro titolato de figura umana».

Pietro Alamanni scrive in luglio, da Milano, a Lorenzo il Magnifico: il Moro gli richiede fonditori per il Monumento Sforza commissionato a Leonardo e sembra dubitare del buon fine dell'opera.

Dipinge il ritratto di Cecilia Gallerani, favorita di Ludovico il Moro nella tavola oggi celebre col nome di Dama dell'ermellino, conservata nel Museo di Cracovia .

 

1490

Il 13 gennaio Leonardo realizza, «con grand'ingegno et arte», la scenografia per la Festa del Paradiso nel Castello Sforzesco, in onore delle nozze di Isabella d'Aragona con Gian Galeazzo Sforza.

Elabora note di idraulica, meccanica, ottica e teoria delle ombre nel Ms. C di Parigi («A dì 23 d'aprile 1490 cominciai questo libro e ricominciai il cavallo»). Lo stesso 23 aprile annota nel Codice Atlantico il nome dell'architetto «Maestro Giovanni da Lodi».

Si definisce «discepolo dell'esperienza» e scrive le note polemiche dell'«omo sanza lettere» nel Codice Atlantico. Disegna le proporzioni del corpo umano «secondo Vitruvio» (Venezia, Accademia), caricature e grottesche (Ambrosiana, Windsor, Chatsworth), studi di fontane eroniane e a candelabro, di idraulica e di canalizzazioni in Lombardia. Accoglie presso di sé Giovanni Giacomo Caprotti de' Tignosi, nato a Oreno di Vimercate nel 1480, detto Salai, «d'età d'anni 10». In giugno è con Francesco di Giorgio Martini a Pavia, per il progetto della cattedrale.

 

1491

Il 26 gennaio Leonardo si trova «in casa di Galeazzo da Sanseverino a ordinare la festa della sua giostra», organizzata in onore di Ludovico il Moro e Beatrice. Il 2 aprile, nella sua bottega, «Giannantonio» (Boltraffio) lascia uno stilo d'argento sopra un disegno e Salai lo ruba.

In maggio continua i progetti per la fusione del Monumento Sforza nel fascicolo aggiunto alla fine (fogli 141-157) del Codice II (8936) della Biblioteca Nacional di Madrid. Questo fascicolo, databile tra il 1491 e il 1493, verrà arbitrariamente aggiunto al Codice Madrid II, i cui fogli iniziali risultano riferibili invece agli anni 1503-1505.

Compila una lista di libri nel Codice Atlantico, tra i quali menziona quelli di macchine da guerra (Roberto Valturio), di scienza e filosofia aristotelica (Alberto Magno), di fisica araba, di chiromanzia, di aritmetica, opere di Ovidio e Petrarca, i Viaggi del Mandeville, le Vite dei filosofi di Diogene Laerzio, la Teologia platonica di Marsilio Ficino, oltre alla Naturalis Historia di Plinio il Vecchio, l'Acerba di Cecco d'Ascoli e il Fior di virtù, operetta trecentesca di autore bolognese, da cui deriverà il suo bestiario fantastico nel Ms. H.

 

1492

Nel Codice Atlantico annota i suoi viaggi a Como, Bellagio, Ivrea, in Valtellina e in Valsassina. Compone il Ms. A (Parigi, Institut de France), che comprendeva anche il Ms. Ashburnham 2038 (fogli 81-114), con note di pittura, prospettiva, meccanica, fisica, geometria, idraulica, architettura, alcune delle quali risalgono al 1489-1490. Progetta lo «studio del pittore» ed elabora teorie sulla pittura mentale e la filosofia. A Milano, discute con Giuliano da Sangallo di problemi di fusione. Esegue disegni anatomici, compresa la sezione del coito in piedi (Windsor).

 

1493

Il foglio 1v del Ms. I di Madrid reca la data «1 gennaio 1493»; il foglio 151v del Ms. II di Madrid, nel quaderno aggiunto, relativo alla fusione del Monumento Sforza, quella del «21 dicembre».

Inizia la terza parte del Ms. H di Parigi, comprendente studi d'intrecci, idraulica, meccanica, tecnologia, architettura e grammatica latina, e il Codice Forster III del Victoria and Albert Museum. In quest'ultimo manoscritto, che raccoglie scritti fino al 1496, si trovano note di architettura, urbanistica, tecnologia e geometria, "ricette" per la fusione e brani letterari. Annota nel Codice Forster III: «a dì 16 di luglio Catelina venne a dì 16 di luglio 1493» (quasi certamente si tratta di sua madre, notevole la doppia data come per la morte del padre) e, ancora, «venne Iulio tedesco a stare meco addì 6 ottobre».

Il 30 novembre il modello in creta del cavallo del Monumento Sforza sarebbe finito. Il 20 dicembre Leonardo decide di «gettar il cavallo senza coda a diacere» (Ms. II di Madrid), ma poi il Moro invierà il bronzo già preparato a Ercole d'Este, per farne cannoni. Nelle Rime, Bellincioni esalta un "Ritratto di Cecilia Gallerani" (la Dama dell'ermellino?) definendo Leonardo «un Apelle di Firenze». Studia l'orologio di Chiaravalle (Codice Atlantico e Ms. I di Madrid), marchingegni idraulici per il moto perpetuo, macchine volanti; elabora un progetto pilota per la ristrutturazione e l'espansione di Milano.

 

1494

Nella prima, nella seconda e ancora nella terza parte del Ms. H di Parigi vi sono fogli datati dal gennaio di quest'anno. Il 2 febbraio Leonardo è alla Sforzesca di Vigevano; il 20 marzo vi osserva i vigneti. In un promemoria compare un suo seguace spagnolo, Ferrando. Il primo novembre ricorda i lavori eseguiti per lui da Giulio Tedesco e Maestro Tommaso, quest'ultimo quasi certamente da identificare con Zoroastro da Peretola. Studia i caratteri, le passioni, le caricature, i "moti dell'animo"; menziona l'erbario di Giuliano da Marliano. Continua ad avere debiti con la Fabbrica del Duomo di Milano. Dipinge, in questo periodo, la Belle Ferronière, probabile ritratto di Lucrezia Crivelli, altra favorita del Moro che da lei avrà un figlio nel 1497, Giovan Paolo.

È la datazione più probabile dell'elenco delle spese per la «socterratura» di Caterina (Forster II).

 

1495

Leonardo figura nell'elenco degli ingegneri ducali, con l'amico Bramante. Studia geometria e teoria delle proporzioni nella prima parte del Forster II (Victoria and Albert Museum); meccanica nella seconda parte, databile fino al 1497.

Inizia il Ms. M di Parigi e la decorazione dei "camerini" del Castello Sforzesco. Disegna macchine "battiloro" e punzoni per monete. Studia macchine tessili. Ludovico gli commissiona il Cenacolo nel refettorio di Santa Maria delle Grazie, Giovanni da Montorfano dipinge la Crocifissione sulla parete opposta: Leonardo vi avrebbe dovuto inserire i ritratti del Moro e di Beatrice e del loro primogenito Massimiliano.

In questo periodo, redige il Ms. I di Madrid (8937), con studi di meccanica in forma di trattato, che comprendono gli «elementi macchinali», gli orologi e gli ingegni volanti, fino all'«ascensore»e all'interpretazione del teatro mobile di Curio; vi si trovano date a partire dal 1493 fino a quella, aggiunta, del 28 settembre 1497.

 

1496

Studia la scenografia per la rappresentazione della Danae di Baldassarre Taccone (New York, Metropolitan), nella quale figurava fra gli attori anche lo scultore Gian Cristoforo Romano. Disegna i poliedri per il De divina proportione di Luca Pacioli. Sorgono problemi per la decorazione dei "camerini"; il Moro afferma che Leonardo «ha fatto certo scandalo» e si propone di sostituirlo col Perugino.

Nella bozza di una lettera alla Fabbrica del Duomo di Piacenza, Leonardo si autopropone per eseguire le porte di bronzo della cattedrale.

 

1497

Compila la prima parte, di cui fanno parte i fogli 1-48, databili fino al 1499, e la seconda, fogli 49-139, del Ms. I di Parigi, con note di architettura, decorazione, geometria, meccanica, idraulica.

Lavora al Cenacolo con allievi che si esercitano sui suoi disegni e collaborano alla pittura murale. In fogli del Codice Atlantico Leonardo annota i nomi di alcuni allievi che in questo periodo lavorano con lui, da Francesco Napoletano al Giampietrino.

In giugno il Cenacolo è quasi compiuto e ancora «componeva lo stupendo Cavallo di terra».

A Milano progetta Casa Guiscardi. Dipinge un Ritratto di Lucrezia Crivelli, nuova favorita del Moro.

Inizia il Ms. L di Parigi, con note aggiunte fino al 1502 e, forse, al 1504: arte militare e architettura, aritmetica, idraulica, tecnologia, planimetrie e progetti di fortificazioni. Studia nel Codice Atlantico i meccanismi dell'automa di un guerriero.

 

1498

è la datazione più probabile per le incisioni emblematiche dell'"Achademia Leonardi Vinci". Alla fine di questo primo periodo milanese risalgono molti scritti letterari di Leonardo, comprese profezie come quelle "telematiche" («Parleransi li omini di remotissimi paesi l'uno all'altro e risponderansi»)

Pacioli ricorda il «laudabile scientifico duello», nel Castello Sforzesco, fra teologi, medici, astrologi, giuristi e il «geniale architetto e ingegnere e inventore Leonardo, che in scultura, fusione e pittura con ciascuno prova il suo cognome (vince)». Nella dedicatoria del De divina proportione al Moro, sempre il Pacioli esalta Leonardo per il Cenacolo ormai compiuto e per l'«Equestre Statua [alta] braccia 12», pesante «libbre circa 200.000», che farà invidia a «Fidia e Prassitele di Monte Cavallo».

In marzo Leonardo si reca al porto di Genova e prende appunti sul molo in rovina.

Prima del 21 aprile Leonardo promette di finire per settembre la Sala delle Asse.

Il 26 aprile Isabella d'Este scrive da Mantova a Cecilia Gallerani chiedendole il ritratto eseguito da Leonardo, la Dama dell'ermellino oggi al Museo di Cracovia, per confrontarlo con alcuni ritratti di Giovanni Bellini.

In ottobre Leonardo riceve in dono dal Moro una vigna fra i monasteri di San Vittore e delle Grazie.

Nella bottega di Leonardo si aggiungono nuovi collaboratori, compreso un «Arrigo Tedescho».

 

1499

Nel Codice Arundel, nel Ms. I di Parigi e nel Codice Atlantico (1 agosto) studia i dispositivi per il bagno della duchessa Isabella d'Aragona che, ormai vedova di Gian Galeazzo Sforza, era stata allontanata presso la Corte Vecchia.

Il 28 settembre ricorda la straordinaria esecuzione musicale di un bambino prodigio di nove anni, Taddeo di Nicolò del Turco.

Prende nota del ponte levatoio di Bramante nel Codice Atlantico e nel Ms. M.

Sempre in settembre i francesi occupano Milano; nel Ms. L Leonardo amaramente osserva: «Il duca perse lo stato e la roba e la libertà e nessuna opera si finì per lui».

In ottobre Luigi XII visita il Cenacolo e vorrebbe distaccarlo dalla parete per trasportarlo in Francia.

È di quest'anno il "Memorandum Ligny" (Codice Atlantico) in cui Leonardo progetta di tornare a Vinci e, di lì, a Roma per poi recarsi a Napoli con Luigi de Ligny, conte di Lussemburgo, cugino di Carlo VIII, originario del salernitano.

 

1500

Lasciando Milano insieme con Pacioli e alcuni allievi, Leonardo si reca a Mantova, ospite dei Gonzaga, ed esegue il cartone per il Ritratto di Isabella d'Este.

È poi a Venezia per studi idraulici e sull'Isonzo per progettare le difese contro le scorrerie dei turchi.

A Milano i soldati francesi infieriscono sul suo Monumento Sforza ancora in creta.

Presumibilmente in aprile Leonardo si trova a Bologna insieme a Boltraffio, ospite del Casio. Il 24 dello stesso mese è già a Firenze; offre la sua consulenza per la costruzione del campanile di San Miniato su disegno di Baccio d'Agnolo e per il consolidamento della chiesa di San Salvatore a Monte. In agosto spedisce una replica del progetto di Villa Tovaglia (presso Firenze) a Francesco Gonzaga marchese di Mantova. Filippino Lippi gli cede l'incarico per una pala d'altare alla Santissima Annunziata. Leonardo inizia gli studi per la Sant'Anna che, nell'aprile dell'anno seguente, susciteranno enorme ammirazione.

 

1501

Il 20 marzo annota nel Codice Atlantico, «A Tivoli vecchio», cioè presso le rovine della Villa di Adriano vicino Tivoli, dove Leonardo si reca per studiare l'antico. E' di quest'anno il foglio di Weimar (ora nel Getty Museum di Malibu) con studi per il Bambino e l'agnello e per una laminatrice, oltre alla trascrizione dell'incipit di un codice di geometria dell'arabo Savasorda. In marzo Isabella d'Este gli chiede una replica del suo ritratto. In aprile Leonardo dipinge la Madonna dei fusi per il Robertet, segretario di re Luigi XII; «impazientissimo al pennello» e impegnato in studi scientifici e matematici, interviene nei dipinti che due collaboratori portano avanti per lui. Le più importanti versioni sono la Buccleuch e la ex-Reford di Montreal-Canada, ora a New York, ma ne esistono molte altre, con varianti, compresa la scena domestica del girello per il Bambino, eseguite anche da seguaci spagnoli e fiamminghi.

A settembre Ercole I d'Este richiede al governatore francese di Milano le forme del Monumento Sforza predisposte per la fusione.

 

1502

In maggio Isabella d'Este richiede il parere di Leonardo su alcuni vasi antichi, già di Lorenzo il Magnifico. Il 18 agosto Cesare Borgia gli rilascia da Pavia una «lettera-patente» come «nostro prestantissimo et dilectissimo Familiare Architetto et Ingegnere Generale». Leonardo può sperimentare la costruizione del ponte di fortuna «salvatico», «senza ferri né corde». Esegue studi di architetture militari e difese campali, cartografie di Toscana e Umbria, la mappa di Imola e il progetto di un ponte per Costantinopoli che il 3 luglio 1503 sarà trasmesso da Genova al Sultano Bajazet II. Evidentemente sta coltivando il sogno del suo viaggio in Oriente, per il quale ha già scritto pagine di letteratura fantastica (Codice Atlantico).

Prende appunti relativi a Urbino, Piombino, Pesaro, Cesena, Rimini, Cesenatico, Siena.

 

1503

In gennaio e febbraio Leonardo è ancora con Cesare Borgia che si reca a Roma presso suo padre, papa Alessandro VI.

In marzo e aprile Leonardo è a Firenze. Presumibilmente procede ora nell'ideazione della Dama al balcone, iconografia che egli stesso riprenderà verso il 1514 nella Gioconda del Louvre e influenzerà il giovane Raffaello, costituendo uno dei grandi nodi della storia dell'arte.

In luglio Leonardo è al campo dell'esercito di Firenze che assedia Pisa, per progettare la deviazione dell'Arno mettendo in difficoltà la città nemica. Compie studi sulla Verruca e il territorio pisano e sui colli fiorentini; progetta sistemi di artiglieria e fortificazioni, riprende i progetti per la canalizzazione dell'Arno da Firenze attraverso Prato e Pistoia. Disegna la circumfolgore (macchina da guerra costituita da una piattaforma girevole con dodici bombarde radiali pensata per aumentare la velocità di tiro nelle battaglie navali), strumenti musicali, macchine escavatrici, i ritrecini, il mulino della Doccia e la chiusa per il lago di Vinci. In ottobre riceve l'incarico di dipingere la Battaglia d'Anghiari nella Sala grande di Palazzo Vecchio, a fianco della Battaglia di Cascina commissionata a Michelangelo: insieme dovevano dar vita alla "Scuola del mondo". La Sala del Papa in Santa Maria Novella sarà il suo atelier per il cartone della pittura murale.

Annota nel Ms. II di Madrid il contenuto di una cassa che porta con sé «al munistero» (monastero): si tratta di 48 fra taccuini e codici di grande formato e 14 libri; elenca inoltre 102 testi, dai più diversi soggetti, che lascia «serrati» in un'altra cassa: costituiscono un terzo di quella che è stata ricostruita come la "Biblioteca Ideale di Leonardo".

 

1504

Il 25 gennaio esprime il suo parere sulla collocazione del David di Michelangelo.

Al 28 febbraio risale il promemoria dell'acquisto di 18 «quaderni». In febbraio e maggio riceve pagamenti per la Battaglia d'Anghiari.

è il tempo della prima e seconda parte (fogli 1-48 e 49-80) del Ms. K di Parigi, nel quale si ritrovano anche note del 1503-1505: geometria, ottica, idraulica, volo degli uccelli.

Isabella d'Este richiede un dipinto di Leonardo raffigurante Cristo giovinetto.

Il 9 luglio Leonardo prende nota (Codice Arundel e Codice Atlantico) della morte del padre da cui non eredita niente. In agosto lo zio Francesco redige il suo testamento in favore di Leonardo.

Iniziano i lavori per la deviazione dell'Arno presso Pisa, poi sospesi in ottobre, causando un insuccesso che darà origine a pesanti critiche. In novembre Leonardo si reca a Piombino per progettarne le nuove fortificazioni; nel Ms. II di Madrid scrive note di pittura, riprende teorie e figure da testi di Francesco di Giorgio Martini e appunti di geometria con versioni da Euclide. Nella notte del 30 novembre scrive di aver scoperto «il fine» della quadratura del cerchio. Rilevanti le note di Leonardo a margine di un codice di Francesco di Giorgio (Firenze, Biblioteca Laurenziana).

Realizza studi per Leda in ginocchio (Windsor, Chatsworth, Rotterdam...) e per il Nettuno, di cui regala un disegno all'amico Antonio Segni che si reca a Roma per dirigere la Zecca papale.

In due promemoria del Codice Atlantico e del Codice Arundel annota invece una serie quanto mai rivelatrice di contatti, lavori in corso, ricerche, fonti e testi di varia natura, oltre a due luoghi fondamentali per i suoi studi: la biblioteca di Santo Spirito e, soprattutto, quella di San Marco.

 

1505

In marzo compie studi sul volo presso Fiesole: nel "Codice sul volo degli uccelli" della Biblioteca Reale di Torino si trovano la profezia del volo umano dal Monte Ceceri e l'air bag per uomini volanti, con altre note di anatomia, botanica, architettura, meccanica, idraulica.

Il duca di Ferrara esprime il desiderio di acquistare un Bacco di Leonardo da Anton Maria Pallavicini, che già lo aveva promesso al cardinale di Rouen. Alla fine di aprile Leonardo riceve «un fardello di sue vesti fatto venire da Roma». Fino ad agosto seguono pagamenti per la Battaglia d'Anghiari a lui e ai suoi collaboratori, cioè lo spagnolo «Ferrando», che «dipinge con Leonardo», e un altro pittore, Raffaello d'Antonio di Biagio, mentre Tommaso, alias Zoroastro, il figlio naturale di Bernardo Rucellai che diventerà famoso nella Roma di Leone X e Clemente VII come mago e alchimista, «macina colori».

Nel primo foglio del Ms. II di Madrid vi è un ricordo paradigmatico sulla stessa pittura murale: «A dì 6 di giugno 1505 in venerdì, al tocco delle ore 13, cominciai a colorire in palazzo...» seguito da un oscuro presagio. Compila la prima parte del Ms. Forster I (fogli 1-40) del Victoria and Albert Museum, comprendente studi di geometria-stereometria, disegna studi di natura (Windsor) e per Leda e il cigno in piedi (circa 1505-1515).

Scrive sul «corpo della terra» e sull'«anima dell'uccello» nel Codice Atlantico e sull'«essere del nulla» nel Codice Arundel.

 

1506

Leonardo annota e riordina, fino al 1509, i suoi studi sulle acque, la cosmologia e l'astronomia nel Codice Hammer (ex-Leicester, ora in collezione Bill Gates a Seattle, USA) e altri studi di geometria, anatomia, volo degli uccelli, canalizzazioni, ottica e architettura nella terza parte del Ms. K di Parigi, che comprende i fogli 81-128 con appunti databili almeno fino al 1508.

Il 27 aprile, a Milano, Giovanni Ambrogio de Predis raggiunge, anche per conto di Leonardo, un accordo con la Confraternita della Concezione in merito alla seconda versione della Vergine delle rocce.

In maggio si registra una corrispondenza tra Alessandro Amadori, fratello della prima moglie di Ser Piero, e Isabella d'Este, a proposito di «quelle figure che avevamo richiesto a Leonardo».

Il 30 maggio, prima di partire per Milano, Leonardo deve impegnarsi per contratto a rientrare a Firenze entro tre mesi, per finire la Battaglia d'Anghiari.

Il 18 agosto il Maresciallo di Francia chiede alla Signoria di Firenze una proroga che consenta a Leonardo di ultimare a Milano una serie di lavori. In ottobre la Signoria protesta. Il 16 dicembre Charles d'Amboise, esaltandone le «opere egregie», insiste per trattenere ancora Leonardo. Questi si dedica al monumento funerario del maresciallo Trivulzio, con arca marmorea e cavallo di bronzo, e alla scenografia per l'Orfeo del Poliziano con il marchingegno della «montagna che si apre».

 

1507

Il 12 gennaio l'ambasciatore di Firenze presso la corte di Francia, a Blois, informa la Signoria che Luigi XII intende «servirsi» di Leonardo, definito come «nostro caro e beneamato pittore e ingegnere di fiducia».

In marzo Leonardo è a Firenze con Salai. Compie studi di anatomia in Santa Maria Nuova, disegna il "Mausoleo etrusco" (Parigi, Louvre) e strumenti musicali (Codice Arundel). oltre a prendere nota dell'impianto idrico di Fra Giocondo a Blois (Ms. K III).

In Lombardia Leonardo conosce il suo nuovo pupillo, Francesco Melzi.

Studia il corso dell'Adda e le adiacenze della villa di Charles d'Amboise, in Milano presso San Babila, realizzando un progetto per un «giardino delle meraviglie». In aprile gli vengono restituiti i diritti sulla vigna di San Vittore.

Il 26 luglio il Robertet, in nome del re di Francia, sollecita l'intervento della Signoria di Firenze in favore di Leonardo, nella contesa con i fratelli per l'eredità dello zio Francesco. Il 7 settembre Leonardo chiederà anche l'intervento del cardinale Ippolito d'Este.

Leonardo si reca a Firenze e Charles d'Amboise scrive alla Signoria affinché consenta all'artista di tornare a Milano per finire una tavola «molto carissima» al re.

Rimasto orfano, il giovanissimo Pontormo si reca a Firenze e trascorre un breve periodo nella bottega di Leonardo.

 

1508

Annota nel Codice Arundel, al foglio 79r: «Cominciato in Firenze in casa di Piero di Braccio Martelli [dove abita con lo scultore Rustici] addì 22 marzo 1508. Sia questa una raccolta senza ordine, di molte carte che io ho qui copiate sperando poi di metterle in ordine...».

Poi si trasferisce a Milano, dove abita nella parrocchia di San Babila fuori Porta Orientale. Disegna una veduta a volo d'uccello con pianta schematica della città; elabora progetti per una chiesa a pianta centrale, compie studi di anatomia comparata e compila anche un trattato, perduto, sull'anatomia del cavallo.

Le sue note di pittura del perduto Libro A saranno incluse da Francesco Melzi nel Codice Urbinate del Libro di pittura (Biblioteca Vaticana). Disegna orologi idraulici e un automa che batte le ore; compila il Ms. F: «cominciato a Milano addì 12 settembre 1508» comprendente scritti di astronomia, geologia, idraulica, volo degli uccelli, ottica, teoria delle ombre, studi per produrre «mistioni» simili a una materia plastica, con riferimenti ad Alberti e Vitruvio. Allo stesso periodo risale anche il Ms. D con note di ottica e di fisiologia dell'occhio databili anche 1509, in relazione con il Ms. K3, il Ms. F e i fogli di Windsor e del Codice Atlantico. Entrambi i manoscritti si conservano oggi nella Biblioteca dell'Institut de France.

Esegue due Madonne per Luigi XII, da cui riceve oltre 300 scudi e 200 franchi come stipendio, dal luglio 1508 all'aprile 1509.

È la più probabile datazione per la Scapiliata della Pinacoteca di Parma.

Il 18 agosto delega De Predis a rilasciare quietanza per la Vergine delle rocce, a condizione che sia possibile copiare il dipinto, togliendolo dall'altare nei giorni feriali.

 

1509

Compie studi idrografici e geologici nelle valli lombarde e intorno al lago d'Iseo. Si occupa dei festeggiamenti in onore di Luigi XII, si reca in Savoia, disegna lunule e, alla fine di aprile, annota (RLW 19145) di aver risolto uno dei problemi geometrici (le "falcate") a cui si dedica da lungo tempo. Continua gli esperimenti di materie "plastiche", infrangibili.

 

1510

Continua gli studi per la navigazione dell'Adda e quelli anatomici, anche con Marcantonio della Torre, presso l'Università di Pavia. Il disegno del corpo umano si fa sempre più analitico e sapiente. Alcune note personali nei fogli di anatomia dimostrano che Leonardo ha avuto rapporti sessuali con donne, mentre non risultano finora documentati quelli omosessuali che invece alimentano la sua biografia leggendaria.

Inizia il Ms. G: note di pittura (piante e paesaggio), prospettiva, geometria, meccanica, tecnologia, anatomia, idrologia, databili anche 1511 e riassunte nel periodo romano. Nell'interno della copertina ricorda che «a dì 26 di settembre Antonio (Boltraffio) si ruppe la gamba». Il 21 ottobre è convocato per gli stalli del Duomo di Milano. Progetta orologi idraulici e automi.

 

1511

Il 2 gennaio si trova in una cava di marmo «sopra Saluzzo».

Muoiono Charles d'Amboise e Marcantonio della Torre. Leonardo si reca a Vaprio d'Adda, ospite a Villa Melzi. Riceve ancora dal re Luigi XII uno stipendio annuo come pittore.

Disegna paesaggi a matita rossa su carta preparata di rosso (Windsor). Bramantino è incaricato di studiare l'ambientazione del monumento equestre di Leonardo per il Trivulzio.

Il 10 e il 18 dicembre ricorda gli incendi appiccati a Desio dall'esercito svizzero alleato con Massimiliano Sforza, figlio del Moro, che l'anno seguente riconquisterà il ducato.

 

1512

Disegna studi di natura e i fiumi e i canali della Lombardia.

È presumibilmente il periodo in cui si dedica a opere di lunga elaborazione, come la Sant'Anna del Louvre, capolavoro che porterà in Francia e rimarrà incompiuto nel panneggio, il San Giovanni nel deserto,come risulta dal disegno trafugato dal Sacro Monte di Varese e dal dipinto del Louvre trasformato nel XVII secolo in Bacco, e il Salvator Mundi di cui restano versioni di bottega e disegni autografi per alcuni dettagli.

 

1513

In gennaio è a Vaprio e a Trezzo d'Adda.

Disegna studi anatomici su carta blu, fontane e dispositivi idraulici eroniani, e progetti per l'ampliamento di Villa Melzi a Vaprio.

Il 25 marzo Leonardo è ricordato nel registro della Fabbrica del Duomo di Milano: «habitans cum magnifico domino Prevostino Viola».

Nel Ms. E, comprendente note di pittura, prospettiva, geometria, anatomia, fisica, volo degli uccelli, idrologia, meccanica, «ombra e lume» e databili anche 1514, al foglio 1r si legge: «Partii da Milano per Roma addì 24 settembre 1513 con Giovan Francesco de' Melzi, Salai, Lorenzo e il Fanfoia». Si trasferisce, infatti, a Roma su invito dell'amico e mecenate Giuliano de' Medici, fratello del nuovo papa Leone X, grazie al quale in dicembre ottiene uno studio nel Belvedere del Vaticano. Vasari, nella Vita del Pontormo, scrive che «Ser Piero da Vinci, padre di Lionardo», «bellissimo ingegno», avrebbe collaborato con i costumi («gl'abiti delle figure») ai festeggiamenti per l'elezione del papa. La notizia è, però, inattendibile, perchè Ser Piero era morto nel 1504; più probabilmente si tratta del fratello di Leonardo, Giuliano Da Vinci.

 

1514

In un foglio con la «sinistra mano» e centine, Leonardo disegna l'Arianna del Belvedere Vaticano (Codice Atlantico); disegna e descrive anche i Diluvi, con l'annotazione «Onde del mare di Piombino» in RL 12665r. Continua le annotazioni per il Libro di pittura. Fra le memorie del Codice Atlantico, in un foglio di studi geometrici, si legge: «a dì 7 di luglio a ore 23 a Belvedere nello studio fattomi dal Magnifico», cioè da Giuliano de' Medici; nel Ms. E ricorda le date di un suo viaggio in Emilia: «A Parma il 25 settembre», «Sulla riva del Po il 27 settembre».

Progetta, con "design" estetico, turbine e macchine per attorcigliare corde.

A Civitavecchia compie studi archeologici e sul porto. Realizza una straordinaria cartografia per il suo progetto di bonifica delle Paludi Pontine.

A Roma, l'8 ottobre, viene accettato come novizio dall'Arciconfraternita di San Giovanni dei Fiorentini, da cui poi si ritira.

 

1515

Il 9 gennaio annota nel Ms. G la partenza da Roma del Magnifico Giuliano, che si reca in Savoia per sposare, in un matrimonio di stato, la zia del futuro re Francesco I. Probabilmente Leonardo sta ancora lavorando per lui al ritratto della sua favorita, la Gioconda, opera che non ebbe poi più modo di consegnarli.

In un resoconto di viaggi, indirizzato niente meno che dall'India allo stesso Giuliano de' Medici, Andrea Corsali descrive le abitudini dei «Guzaratti» che «non si cibano di cosa nessuna tenga sangue, et non consentono infra loro nuocere a nessuna cosa animata, come el nostro Leonardo da Vinci. Vivono di risi, lacte et altri cibi inanimati…», annotazione da cui è nata la fama di un Leonardo vegetariano" e "animalista". Tuttavia nei manoscritti leonardiani, si distingue il progetto del girarrosto e nelle liste della spesa ricorre sempre l'acquisto di carne.

Leonardo è in difficoltà con un collaboratore tedesco, «costruttore di specchi» e se ne lamenta in una lettera al Magnifico Giuliano.

Esegue, ma non se ne conosce la collocazione, una "Nostra Donna" e un "Fanciulletto" per un suo conterraneo: Baldassare Turini da Pescia, datario del papa.

S'interessa di meccanica e anatomia, tanto da essere allontanato dall'Ospedale di Santo Spirito con l'accusa di negromanzia. Si propone di cercare conchiglie fossili a Monte Mario.

Progetta le "Stalle del Magnifico" per Lorenzo di Piero de' Medici e un nuovo Palazzo Medici in Firenze; rielabora il suo "leone meccanico" per il corteo dell'incoronazione di Francesco I a Lione del 12 luglio. Si dedica ai ludi geometrici; disegna compassi, figure in costumi teatrali, l'allegoria del cane-lupo al timone di una barca con la bussola orientata dall'aquila reale (Windsor).

Il 30 novembre si reca a Firenze con Leone X e poi a Bologna. Delinea un suo itinerario attraverso l'Emilia e una pianta schematica e idealizzata di Firenze, con l'elenco delle porte di Milano aggiunto da Melzi.

Mentre Raffaello inserisce l'anello mediceo a diamante in diversi studi compositivi e decorativi, Leonardo lo reinventa con la piramide ottagonale laterata vacua affine alle sue figure per il De divina proportione di Pacioli.

Il 9 dicembre è a Milano e scrive una lettera (oggi perduta?) al suo fattore di Fiesole sulla qualità non eccellente del vino, con istruzioni per migliorarla.

 

1516

Il 13 marzo Leonardo è a Roma e studia soluzioni di problemi geometrici.

Giuliano de' Medici muore il 17 marzo. Di Leonardo si legge una riflessione piena di amarezza: «I Medici mi crearono e distrussero».

In agosto trascrive le misurazioni di San Paolo fuori le Mura; nel Codice Arundel menziona un libro del suo precursore, Ruggero Bacone, «fatto in stampa».

Parte per la Francia, accompagnato da Melzi e Salai.

In questi anni, tra Roma e Amboise, disegna ancora i Diluvi, oggi a Windsor, le Danzatrici, conservate nella Galleria dell'Accademia di Venezia e, probabilmente, l'Autoritratto, nella Biblioteca Reale di Torino.

 

1517

Leonardo, con la qualifica di "primo pittore, ingegnere, architetto del re", è ospite di Francesco I nel Palazzo di Cloux (Clos-Lucé), presso la corte del castello di Amboise.

Fra il 30 settembre e il 1 ottobre il suo "leone meccanico" è protagonista della scenografia per l'ingresso del re ad Argentan, insieme alla zia, la duchessa Filiberta, vedova di Giuliano de' Medici.

Con Francesco I si reca a Romorantin, per il progetto di una nuova città ideale che comprende il Palazzo del re e una vasca per naumachie (Windsor, Codice Atlantico e Codice Arundel).

Si dedica ancora ai "ludi geometrici", disegna gatti e cavalli, San Giorgio e il drago, la Pointing Lady (Windsor) e uno studio per il panneggio incompiuto della Vergine nella Sant'Anna del Louvre.

Il 10 ottobre riceve a Cloux la visita del cardinale d'Aragona, il cui segretario De Beatis ricorda tre dipinti: il San Giovanni, la Sant'Anna e il ritratto di «certa donna fi[o]rentina facta di naturale ad instanzia del quondam magnifico Iuliano de' Medici» (la Gioconda). Lo stesso De Beatis esalta il valore degli studi di anatomia e di macchine e quelli sulla natura delle acque, raccolti in una «infinità de volumi»; osserva, inoltre, che Leonardo ha una paralisi alla mano destra, per cui ha difficoltà a dipingere ma può ancora disegnare e insegnare ad altri, fra cui un «creato milanese che lavora assai bene» da identificare con Francesco Melzi. Lo stipendio annuo per «Maestro Leonardo da Vinci, pittore» è di 1000 scudi soleil; il Melzi, «gentiluomo», riceve 400 scudi; Salai, «servitore», solo 50.

 

1518

Fino al 16 gennaio Leonardo è a Romorantin per il progetto del Palazzo Reale, la cui costruzione inizierà, ma sarà interrotta per un'epidemia. Un'eco di questo progetto si ritrova nel successivo Palazzo di Chambord.

Compie indagini topografiche nella valle e studi di canalizzazioni tra la Loira e la Saône e per una fontana reale «senz'acqua» ad Amboise. Collabora alle feste reali del 3 e 15 maggio ad Amboise e del 10 giugno a Cloux, per la nascita del figlio di Francesco I e per le nozze di sua nipote, Maddalena de la Tour d'Auvergne, con Lorenzo de' Medici.

Fra i suoi ultimi disegni vi sono ancora studi geometrici, prospettici e architettonici.

«Messer Salai pittore» riceve 6.250 lire imperiali «per alcune tavole di pittura che ha ceduto al re». Considerata la cifra, si tratta sicuramente di opere originali di Leonardo.

 

1519

Il testamento di Leonardo reca la data del 23 aprile. Melzi ne sarà l'esecutore e l'erede principale: a lui andranno tutti i manoscritti, gli strumenti e le «opere del pittore».

Vi è anche menzionato Salai che però non è più con Leonardo: tornato a Milano portando con sé numerosi dipinti suoi e probabilmente della bottega leonardesca, si rivelerà ricchissimo, si sposerà e morirà per un colpo di fucile.

Nel testamento si ritrovano ancora i nomi del servitore Battista de Villanis - che divide il "giardino" di Milano con Salai, che qui aveva costruito una sua casa - i fratelli di Leonardo da parte di padre - che ricevono «400 scudi di sole e il podere di Fiesole» - le chiese di Saint Florentin e di San Dionisio e i poveri dell'Ospedale di Dio e di San Lazzaro ad Amboise.

Leonardo muore il 2 maggio a Cloux, l'attuale castello-museo di Clos Lucé. Forse Francesco I è lontano; tuttavia Vasari e la leggenda affermano che il pittore spirò tra le braccia del re di Francia.

Fu sepolto nel chiostro della chiesa di Saint Florentin, ma la sua tomba sarà dimenticata fra le rovine dell'edificio e simbolicamente ricomposta nella seconda metà del XIX secolo nella Cappella di Saint Hubert del Castello di Amboise.

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Scheda a cura di Alessandro Vezzosi, con la collaborazione di Agnese Sabato

Data aggiornamento 17/lug/2013