La Linea del Sole
 
 
 
  Il Sole in Ariete

Una lapide affissa nella Loggia dei Lanzi, in piazza della Signoria, ricorda come un momento storicamente significativo, la data in cui anche a Firenze, per decreto del Granduca Francesco II di Lorena, si cominciò a misurare il tempo a partire dal 1° gennaio di ogni anno. Era il 1750, anno in cui il calendario “stile fiorentino”, lasciò definitivamente il posto a quello riformato da Gregorio XIII nel 1582. Prima del 1750 il capodanno fiorentino cadeva ab Incarnatione, il 25 marzo, giorno che la Chiesa cattolica aveva dedicato all’annuncio a Maria da parte dell’Arcangelo Gabriele (nove mesi prima del giorno della nascita di Gesù). Quella data corrispondeva anche all’inizio della primavera, scandito pochi giorni prima, il 21 marzo, quando il Sole entrava nella costellazione dell’Ariete. Per Firenze era un momento particolarmente importante. Era l’inizio di una nuova vita segnato sul piano astronomico dalla prima stagione dell’anno, sul piano religioso dalla festa dell’Annunciazione – grandiosamente onorata nella chiesa della SS. Annunziata fin dal XIII secolo – e sul piano delle origini dagli antichi Ludi Florales dedicati a Flora, dea della primavera, da cui Firenze deriva il proprio nome. Due capolavori di Botticelli, La nascita di Venere e La Primavera, hanno scolpito per sempre nell’immaginario collettivo l’iconografia del binomio Flora-Florentia associato alla nascita che si rinnova ogni anno sotto il segno dell’Ariete.

Un’altra associazione lega Firenze a questo momento astronomico. La costellazione dell’Ariete è astrologicamente dominata dal pianeta Marte, e proprio il dio della guerra, fino al V secolo, era il protettore dell’antica città romana sorta come presidio militare. A lui era dedicato il tempio ottagonale che successivamente, con la cristianizzazione della città, divenne il battistero di San Giovanni. La trasformazione cristiana dell’edificio fu salutata in chiave astronomica con la costruzione della prima meridiana monumentale della città. L’occhio aperto della cupola, come quello del Pantheon, illuminava ogni anno nel giorno del solstizio, il 21 giugno, una lastra zodiacale incastonata nel pavimento in corrispondenza della porta settentrionale. Pochi giorni dopo, il 24 giugno, cadeva la festa di San Giovanni.

Dal XV al XVIII secolo sono almeno otto le meridiane monumentali che furono costruite, per ragioni scientifiche o celebrative, in alcuni degli edifici più rappresentativi della città: lo gnomone di Santa Maria del Fiore, costruito da Paolo dal Pozzo Toscanelli per misurare la declinazione del sole al solstizio d’estate, e rielaborato da Leonardo Ximenes per studiare l’obliquità dell’eclittica; le cupoline astrologiche di San Lorenzo e della Cappella dei Pazzi, dipinte per fissare la data di un importante momento storico; lo ‘gnomone’ di Santa Maria delle Carceri a Prato, costruito per celebrare ogni anno la data dell’evento miracoloso avvenuto in quel luogo; le meridiane di Santa Maria Novella, costruite da Egnazio Danti in relazione alla riforma del calendario; la meridiana oggi scomparsa degli Uffizi, voluta da Ferdinando I forse a scopo celebrativo e simbolico; e la meridiana della Specola, costruita per scopi astronomici nell’osservatorio granducale del Museo di Fisica.

L’occasione di una mostra dedicata a questi monumenti di astronomia è data dall’installazione di una nuova meridiana fiorentina che entrerà in funzione nel prossimo solstizio d’estate in piazza dei Giudici, davanti all’ingresso del Museo di Storia della Scienza. Con l’intento di presentare al pubblico più vasto gli illustri precedenti di questo singolare ‘arredo urbano’, la mostra intende proporre ai visitatori un percorso ideale per la città di Firenze attraverso i luoghi delle meridiane, illustrando con modelli, grafici, proiezioni e oggetti originali, la storia di questi straordinari testimoni del tempo. Il percorso naturalmente potrà tramutarsi in un percorso reale, facilitato dalla presenza di speciali pannelli illustrativi in prossimità degli edifici che ospitano le meridiane. La nuova meridiana di piazza dei Giudici non avrà una funzione propriamente scientifica - oggi sono ben altri gli strumenti a nostra disposizione per la misura del tempo e l’osservazione astronomica - ma avrà una funzione educativa, specialmente per i più giovani, e in qualche modo anche celebrativa. La sua istallazione coincide con l’ultima estate del ‘vecchio’ museo che nel prossimo solstizio d’inverno, o giù di lì, si appresterà a chiudere i battenti per circa un anno, con la promessa di riaprirli completamente rinnovato in occasione dell’inizio delle ormai prossime celebrazioni galileiane, nella primavera del 2009, quando il sole entrerà di nuovo nella costellazione dell’Ariete.

 
 

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