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Lettera di Castelli sull'invenzione del termoscopio
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In una lettera a Ferdinando Cesarini (1604-1646) del 20 settembre 1638, Benedetto Castelli (1577/8-1643) descrive l'uso del termoscopio: "Mi sovvenne un'esperienza fattami vedere, già più di trentacinque anni sono, dal nostro signor Galileo; la quale fu che, presa una caraffella di vetro di grandezza di un piccol uovo di gallina col collo lungo due palmi in circa e sottile quanto un gambo di pianta di grano, e riscaldata bene colle palme delle mani la detta caraffella e poi rivoltando la bocca di essa in vaso sottoposto, nel quale era un po' d'acqua, lasciando libera dal calor delle mani la caraffella, subito l'acqua cominciò a salire nel collo e sormontò sopra il livello dell'acqua del vaso più di un palmo: del quale effetto poi il medesimo sig. Galileo si era servito per fabbricare un istrumento da esaminare i gradi del caldo e del freddo".

 
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