Nel mondo islamico gli studi astronomici erano strettamente collegati alle pratiche religiose. La determinazione del tempo delle cinque preghiere imposte dal Corano e la definizione della direzione della Mecca verso la quale doveva orientarsi il fedele in ogni regione dell'Islam erano calcolabili con precisione solo attraverso le applicazioni della trigonometria sferica e lo studio del modello celeste tolemaico. Per la lettura del cielo, gli arabi redassero apposite tavole astronomiche, costruirono importanti osservatori e inventarono strumenti che restarono in uso fino al XVIII secolo come l'astrolabio, il quadrante, l'equatorium e il torqueto. L'astronomia islamica s'impose nell'Europa cristiana grazie alle Tavole redatte a Toledo dall'astronomo Azarchiel nell'XI secolo. Da allora, molti termini arabi, come zenit, azimut, nadir o almucantarat sono entrati nella terminologia astronomica del mondo occidentale.
|