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Premi Nobel alla memoria
Robert Hooke
medicina   

Robert Hooke
Freshwater 1635 - Londra 1703

Biografia

Chimico, matematico e fisico inglese, Hooke anticipò alcune delle maggiori scoperte e invenzioni dell'epoca, ma non riuscì a portare a termine molte delle sue ricerche. Enunciò la teoria del moto planetario, che inquadrò come problema di meccanica, e intuì, anche se non sviluppò matematicamente, la teoria fondamentale sulla cui base il fisico e matematico inglese Isaac Newton formulò la legge di gravitazione universale. Importanti contributi forniti da Hooke comprendono l'esposizione corretta della teoria dell'elasticità, secondo cui un corpo elastico si deforma in proporzione alla forza che agisce su di esso, e un'accurata analisi della natura della combustione. Utilizzò per primo la molla a bilanciere nella regolazione degli orologi; anticipò l’invenzione del motore a scoppio e, nel 1684, descrisse un sistema simile al telegrafo. Mise a punto una pompa che fu utilizzata dallo scienziato irlandese Robert Boyle nei suoi studi sulle proprietà fisiche dei gas. In ambito biologico, fu il primo a osservare, mediante un rudimentale microscopio, sottili fette di sughero e a descrivere piccole unità che chiamò cellule; raccolse le sue osservazioni nell’opera Micrographia (1665), che costituì il fondamento della teoria cellulare.

Motivazioni

Basterebbe dire che ha coniato il termine “cellula”, a seguito delle sue osservazioni al microscopio, ma oltre agli studi di microscopia (sulle parti di piante, insetti, microrganismi, ecc.) si è anche occupato dello studio della luce, di studi di meccanica (sua la legge che afferma che i corpi elastici reagiscono alle deformazioni impresse con una forza delle stessa intensità di quella della deformazione), di teoria del movimento dei pianeti (ebbe un carteggio con Newton nel quale gli scriveva che l’attrazione verso il Sole era inversamente proporzionale al quadrato della distanza da esso, che i pianeti hanno un movimento basato sul principio di inerzia ed equilibrio tra una forza centrifuga esterna ed una attrazione gravitazionale interna verso il Sole). In una lettera del febbraio 1676 Newton scriverà ad Hooke: “If I have seen further it is by standing on the shoulders of giants”.

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Anonimo

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Overshadowed by a lucky Newton.

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