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  II: Una rivoluzione di costume

  III: Una rivoluzione architettonica

  IV: Una rivoluzione scientifica

Fin dalla sua scoperta, la peculiare natura del vetro ha ispirato gli scienziati e i filosofi dell’antica Grecia a interrogarsi sulla sua meravigliosa natura e sulle sue analogie con altri prodotti minerali come il cristallo di rocca. Per molti secoli il vetro venne considerato un prodotto naturale, simile a un metallo soprattutto in ragione della sua fusibilità. A conferma di questo, le prime tecniche di lavorazione del vetro erano analoghe a quelle metallurgiche, sia nell’uso degli strumenti che delle fornaci.

La comparsa della rivoluzionaria tecnica della soffiatura è attestata da Plinio anche in relazione all’ambiente vesuviano, dove furono introdotti notevoli perfezionamenti. A seguito di questi progressi tecnologici i prodotti dell’arte vetraria subirono una straordinaria diversificazione: ogni sorta di recipienti, da mensa o da conservazione, tessere musive usate per decorare sontuosamente le pareti dei palazzi, perfette contraffazioni di gemme, lastre da finestra di grandi dimensioni, erano solo alcuni dei manufatti che, dopo l’introduzione della tecnica della soffiatura, invasero il mercato del Mediterraneo. A questa varietà si aggiunsero i progressi delle conoscenze sulle proprietà coloranti degli ossidi metallici, capaci di offrire al vetro sfumature e colori ancor oggi difficilmente eguagliabili.

Di questo eccezionale bagaglio di conoscenze tecniche si offrirà un itinerario che, partendo dal ciclo della produzione, mostrerà un ampia selezione di materie prime e di reperti.



 


 
   
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