Il vetro era il materiale più versatile che i Romani conoscessero. Nessun altra sostanza poteva imitare altrettanto bene nella forma, nei colori e nel disegno una gamma vastissima di materiali. Infatti, quando il vetro è molle, può essere allungato, dilatato o compresso in modi infinitamente più vari di quanto sia possibile fare con i metalli. La consapevolezza della straordinaria versatilità del vetro è stata raggiunta intorno alla metà del primo secolo a.C. grazie alla combinazione di due elementi innovativi: l'uso della canna da soffio e la costruzione di fornaci capaci di raggiungere temperature sufficienti a rendere fluide le sabbie. La fluidità quasi miracolosa del materiale quando è caldo e le illimitate possibilità di trasformarne la forma mentre viene soffiato allungando, allargando e restringendo l'apertura dell'oggetto dopo che esso è stato staccato dalla canna da soffio, costituisce un motivo inesauribile di fascino sia per coloro che lo lavorano, che per gli spettatori.