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Potenziale d'integrazione
e funzioni di marketing

 

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3.3. Domanda intermedia e funzioni di marketing


Ulteriori elementi per la valutazione del potenziale di integrazione dei musei scientifici vengono dalle interviste "in depth" ad alcuni operatori dei settori dell'editoria, della organizzazione congressuale e della agenzia di turismo. La principale valutazione ricorrente riguarda l'innesto di politiche di comunicazione integrate a livello di rete e gli effetti positivi che queste potrebbero generare per la visibilità esterna e la fruibilità interna. In definitiva, la comunicazione come semplice trasmissione di informazione riguardo all'esistenza dei singoli musei e all'importanza del loro patrimonio di reperti rappresenterebbe un aspetto importante, ma limitato rispetto al potenziale di iniziative che portano il livello di comunicazione su di un piano più elevato in quanto orientato ad integrare la comunicazione con la natura stessa del servizio/prodotto. Sulla base di questi elementi, la carenza di spazio fisico lamentato presso i vertici di alcune istituzioni potrebbe essere bilanciata attraverso iniziative sullo spazio virtuale, con la presenza temporanea di collezioni all'interno di altre unità della rete nell'ambito di eventi, oppure con la realizzazione di occasioni espositive anche itineranti.

Gli stessi operatori evidenziano l'eccessiva articolazione degli orari, sottolineando che "… l'orario del museo deve essere non solo sufficientemente esteso, ma anche semplice da ricordare …", e che la sua memorizzazione non deve essere una "barriera all'accesso" aggiuntiva per il potenziale visitatore [Cristol e Sealy 2000].
Gli operatori attivi quali clienti "intermedi" del prodotto museale evidenziano come i musei scientifici, in quanto cosiddetti "musei minori" per notorietà e numero di visitatori rispetto ai "maggiori" musei fiorentini, risultino penalizzati in termini di visibilità, realizzando conseguentemente scarsi flussi di visitatori. Alcuni degli operatori intervistati mettono in rapporto questo fenomeno con la durata relativamente breve del soggiorno dei turisti a Firenze, mentre altri sottolineano come non sia possibile considerare questa come la causa principale, dato che alcuni segmenti di turismo con più lunga permanenza media (si fa cenno a coloro che fanno soggiorno in centri termali e al turismo rurale) sono in realtà formati da potenziali fruitori dei musei fiorentini, anche laddove non rilevati dalle statistiche relative al turismo nella città di Firenze. La scarsa affluenza di visitatori non sembra mutare in relazione alla seconda od alla terza visita, elemento che lascia immaginare che non vi sia tanto un problema di "capienza" nei tempi del visitatore, ma di "conoscenza" o di "interesse" per la proposta museale.

Dalle interviste con gli operatori il principale problema dei musei scientifici viene colto attraverso due aspetti tra di loro connessi e identificati nella visibilità delle istituzioni e nella fruibilità del patrimonio museale. Si sottolinea da più parti che istituzioni museali tecnico/scientifiche non possono non essere adeguatamente visibili su Internet, e che si dovrebbe quindi investire in modo significativo sulle potenzialità del web rendendo possibili forme di prenotazione [Fopp 1997]. Vengono ricordati alcuni esempi di musei stranieri che si mettono in evidenza sul fronte della capacità di creare visibilità e della ricerca di un'immagine vivace attraverso un processo di comunicazione con i vari pubblici (visitatori, finanziatori, residenti sul territorio ecc.); altri esempi sono richiamati per la loro capacità di generare una forte "comunicazione interna", in grado di rendere il museo non solo "contenitore" e "deposito" di reperti, per quanto importanti, ma destinazione interessante per un ampio pubblico, condizione necessaria per generare l'immagine di "museo vivo" ed innescare processi di apprendimento. A tale scopo lo spazio esistente, al di là della sua consistenza assoluta, dovrebbe essere reso fruibile e vivibile, favorendo la comprensione dei contenuti per un largo pubblico, ed in generale la qualità dell'esperienza (relax, servizi accessori ecc.).

Alla gestione degli spazi gli operatori intervistati attribuiscono infatti particolare importanza. Si sottolinea in proposito il ruolo dell'evento di varia natura all'interno dello spazio dei musei quale possibile generatore di visibilità e di capacità di attrazione dei visitatori e dei finanziatori. Emerge con forza l'esistenza di un mercato da tempo interessato ad una fruizione esclusiva, con accesso in giorni ed orari diversi da quelli di normale apertura al pubblico.
Per lo sviluppo del numero di visitatori, operatori del mondo delle organizzazioni congressuali e delle agenzie del turismo vedono uno spazio potenziale presso pubblici ancora non raggiunti, come quello delle "nicchie di turismo" legate all'attività di associazioni culturali, oltre a quello già importante delle scuole e dei residenti locali.

La formazione della rete vedrà comunque il permanere di diversi livelli di interesse da parte degli operatori per unità diverse del network dato che anche per gli operatori dell'editoria i flussi di visitatori rappresentano comunque un parametro importante di cui tenere conto. Da parte di singoli soggetti si sottolineano le opportunità ed il ruolo che una "agenzia di marketing" può avere nel generare per gli operatori un'immagine della domanda anche nei termini di una maggiore conoscenza del profilo del visitatore effettivo e potenziale e della sua possibile evoluzione. Si sottolinea come la rete sia utile non solo fornendo un reciproco sostegno tra i nodi, ma per il processo di emulazione interna che può attivare e per l'apertura esterna implicita nella accresciuta capacità di dialogo con le altre reti.

 

Inizio Aprile 2002