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Maremma - La bonifica

Maremma - La bonifica

Per secoli, lo sviluppo della Maremma, ed in particolare dell'area pianeggiante costiera, è stato influenzato dalle gravi condizioni di insalubrità dovute alle sue zone palustri. Benché i Medici avessero provveduto ad attuare alcuni interventi mirati nella zona, grazie, soprattutto, all'istituzione dell'Ufficio dei Fossi di Grosseto, fu solo con i Lorena che vennero adottate le prime, efficaci, misure per la bonifica integrale della Maremma.

Punto obbligato di partenza per la visita alle emergenze più significative relative alla storia della bonifica del territorio è, sicuramente, il Museo Multimediale di Casa Rossa di Castiglione della Pescaia, edificio legato al nome dello scienziato responsabile dei più importanti progetti di risanamento della zona, Leonardo Ximenes.

Museo Multimediale - Casa Rossa Ximenes
Museo Multimediale - Casa Rossa Ximenes
    • Questa imponente struttura, conosciuta anche come Casa Rossa, fu costruita intorno al 1765 su progetto del gesuita Leonardo Ximenes, incaricato dal Granduca Pietro Leopoldo di Lorena di intervenire nel piano di bonifica della Maremma Grossetana. I progetti dello Ximenes segnarono una delle fasi più significative nelle opere di bonifica. Lo scienziato sosteneva che il grande lago di Castiglione non dovesse essere prosciugato completamente, come tentato in precedenza, ma dovesse essere opportunamente controllato nel regime delle acque per evitarne il ristagno, lasciandolo come importante fonte di reddito e di occupazione (pesca, caccia, trasporti, utilizzo della vegetazione palustre).

      La Casa Rossa è un edificio che ben evoca l'impegno di Ximenes nel tentativo di risanamento della zona. Sopra le tre grandi arcate che ne caratterizzano la struttura, si trova lo stanzone dell'argano nel quale erano collocate le macchine e le pulegge utilizzate per manovrare le cateratte (è così chiamata qualsiasi opera di sbarramento destinata a trattenere e frenare il corso delle acque) di cui quella centrale pesava circa 40 quintali. La struttura permetteva di controllare il deflusso del grande fosso, detto Canale Reale o Maestro, che consentiva il ricambio delle acque del lago. Tale infrastruttura di bonifica doveva servire, oltre a fini idraulici ed igienico-sanitari, anche ad azionare mulini e frantoi, ad abbeverare il bestiame, a garantire la percorribilità del canale e a permettere uno sfruttamento razionale della pesca, così da far recuperare al lago il suo antico ruolo di centro di rifornimento ittico della Toscana granducale.

      L'edificio, ancora ben conservato, ospita il suggestivo Museo Multimediale Casa Rossa Ximenes, che rappresenta il portale d'ingresso al Padule di Castiglione della Pescaia (Riserva Naturale Provinciale Diaccia Botrona), una delle più significative aree umide europee. Un percorso multimediale consente, fra l'altro, di osservare in diretta gli animali presenti nell'area, grazie a telecamere azionabili da postazioni tecnologiche che riproducono le immagini su grandi schermi.

      (Graziano Magrini)
Tipologia:
Opere idrauliche
Indirizzo:
Castiglione della Pescaia, Presso il fiume Bruna alla periferia NE di Castiglione della Pescaia (accesso dal parcheggio della Riserva Naturale Provinciale Diaccia Botrona)
Interesse storico-scientifico:interesse 1

Sempre a Castiglione della Pescaia si trova, a 1 km nell'entroterra, la chiusa sul canale San Leopoldo, una delle opere di sbarramento concepite per canalizzare e scaricare in mare le acque del grande lago di Castiglione.

Bonifica del Lago di Castiglione - Chiusa sul Canale San Leopoldo
Bonifica del Lago di Castiglione - Chiusa sul Canale San Leopoldo
    • L'area costiera e pianeggiante dell'attuale provincia di Grosseto ha rappresentato per secoli la parte paludosa della Toscana più difficile dal punto di vista del risanamento ambientale. Le politiche di sfruttamento in età medicea miravano ad un incremento dell'agricoltura e del pascolo nella zona, benché la presenza del grande lago di Castiglione, che nel secolo XVI aveva un'estensione di circa 50 kmq, ne limitasse fortemente lo sviluppo; al tempo stesso il lago, grazie all'appalto della pesca, costituiva per il governo una delle più cospicue entrate di tutto il patrimonio fondiario.

      Il Granduca Ferdinando I de' Medici curò la realizzazione di molte opere idrauliche e nel 1592 istituì l'Ufficio dei Fossi di Grosseto, che rappresentò il più importante provvedimento adottato per porre rimedio alla precarietà idraulica della zona. Per la prima volta, infatti, il sovrano delegava ad un ente periferico locale il coordinamento, il controllo e l'individuazione delle iniziative di bonifica in una provincia scarsamente popolata e perennemente devastata dalle scorrerie di bestiame brado, che causavano la sistematica distruzione di qualsiasi manufatto idraulico.

      Durante la Reggenza lorenese, una équipe di ingegneri avviò il piano di bonifica integrale della Maremma, sostenuto successivamente dal Granduca Pietro Leopoldo. Questo progetto, la cui realizzazione fu affidata a Leonardo Ximenes, che ne descrisse i caratteri nella sua celebre opera Della fisica riduzione della Maremma senese, abbandonava l'idea della colmata del lago di Castiglione tentata in precedenza, puntando invece sul suo sfruttamento produttivo mediante una sistematica e razionale regimazione delle acque. Furono scavati dei canali di "rinfresco" per permettere un'immissione regolata delle acque del fiume Ombrone nel lago al fine di evitare ristagni; inoltre, per controllare e facilitare il deflusso delle acque del lago verso il mare fu costruita, su progetto di Ximenes, la fabbrica delle Cateratte, facendo scavare vicino a questa il Canale Reale o Maestro. Pietro Ferroni, che nel 1781 subentrò a Ximenes, recuperò il vecchio progetto di prosciugamento del lago castiglionese e ne attuò la colmata parziale. La definitiva colmata del Lago fu portata a compimento nel corso della prima metà del secolo XIX grazie allo studio di Vittorio Fossombroni che attuò il provvedimento di bonifica più imponente di tutta la Maremma pisana e grossetana. Questo progetto, avviato con il decreto del 27 novembre 1828 del Granduca Leopoldo II ed esposto dal Fossombroni nella sua celebre Memoria sulla Grossetana, fu realizzato sotto la direzione tecnica di Alessandro Manetti: le acque del lago furono raccolte in cinque bacini di colmata; venivano poi scaricate in mare attraverso i tre emissari del Bilogio, di San Leopoldo (ancora oggi visibile) e di San Rocco, scavati appositamente e dotati di cateratte. Furono inalveati vari fossi, costruite piccole botti sotterranee e modificato il tratto della via Emilia-Aurelia tra Cecina e Grosseto: si riuscì così, con l'impiego delle tecnologie più sofisticate e con dispendio di risorse umane ed economiche, a dare una svolta decisiva nella sistemazione di questo difficile territorio.

      (Graziano Magrini)
Tipologia:
Opere idrauliche
Indirizzo:
Castiglione della Pescaia, Il ponte con la chiusa è situato sul canale San Leopoldo, 1 km nell'entroterra rispetto al ponte che attraversa lo stesso canale sulla strada delle Collacchie (S.S. 322)
Interesse storico-scientifico:interesse 2

Di più recente costruzione è, invece, il ponte Tura, realizzato per regolamentare le acque del fiume Ombrone. Lo si raggiunge percorrendo poco meno di 20 km fino a giungere in prossimità della frazione di Istia d'Ombrone.

Ponte Tura
Ponte Tura
    • Il ponte Tura, detto anche Steccaia, realizzato nel 1829 sull'argine destro dell'Ombrone, è una fra le tante opere idrauliche diffuse fra Grosseto e Castiglione della Pescaia che offrono significative testimonianze materiali di una fase di bonifica della Maremma, promossa prevalentemente durante il periodo lorenese e attuata da valenti scienziati e tecnici.

      La Steccaia consentiva, tramite appositi macchinari, di manovrare il complesso sistema di chiuse e cateratte lungo il tratto terminale del fiume Ombrone, garantendo così, grazie alla regolamentazione delle acque, di recuperare terreni da destinarsi all'agricoltura.

      Nonostante oggi versi in precarie condizioni, il monumentale edificio della Steccaia, con le relative opere idrauliche, è ancora in grado di rievocare, grazie alla suggestive caratteristiche architettoniche, quell'ardita impresa tecnica che, dopo molti sforzi, portò alla realizzazione della bonifica della zona.

      (Graziano Magrini)
Tipologia:
Opere idrauliche
Strade, piazze e ponti
Indirizzo:
Grosseto, La Steccaia è situata su un'ansa del fiume Ombrone ad E/NE di Grosseto, poco a valle dalla frazione di Istia d'Ombrone e sottostante le colline di Poggio Cavallo.
Interesse storico-scientifico:interesse 2

Volendo, infine, ammirare ciò che rimane dell'ampia zona di bonifica, si consiglia una visita al Parco Naturale della Maremma, a ridosso dei Monti dell'Uccellina.

Parco dell'Uccellina
Parco dell'Uccellina
    • Il parco, prima area protetta della Regione Toscana, nacque nel 1975 per preservare l'ambiente di grande pregio naturalistico della zona. Si estende per circa 20 chilometri lungo la costa da Principina a Mare fino a Talamone e costituisce una fra le numerose e suggestive riserve naturali presenti nella provincia di Grosseto.

      A nord del fiume Ombrone si trova la vasta zona umida della Palude della Trappola, mentre a sud attraversa i Monti dell'Uccellina. In quest'ultima area sono state ritrovate tracce di presenza umana risalenti al Paleolitico superiore e all'età del Bronzo. In punti strategici sono ubicate alcune torri di avvistamento edificate tra i secoli XI e XVI per difendere la costa dalle incursioni.

      Il padule della Trappola è ciò che rimane di un'ampia area umida bonificata per volere di Leopoldo II di Lorena. Un sistema di canali di bonifica attraversa sia la palude sia la pineta, fatta piantare intorno al 1830 dal Granduca per proteggere le coltivazioni retrostanti.

      Il Centro di Informazione del Parco è situato a Marina di Alberese dove, in ore prefissate, si può prendere il bus per raggiungere la località Pratini, punto di partenza di diversi incantevoli itinerari.

      (Graziano Magrini)
Tipologia:
Opere idrauliche
Indirizzo:
Grosseto, Direzione: Via Bersagliere 7-9
Interesse storico-scientifico:interesse 2

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Scheda a cura di Elena Fani

Data aggiornamento 25/feb/2008