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  • Facciata dei Bottini dell'olio, Livorno.zoom in altra finestra
  • Iscrizione celebrativa del 1705 sopra il portale d'ingresso dei Bottini dell'Olio, Livorno.zoom in altra finestra

Bottini dell'Olio

I bottini dell'olio sono grandi contenitori utilizzati per il deposito degli oli. Come ricordano due lapidi apposte sulla facciata dell'edificio, l'opera fu portata a compimento nel 1705 durante il granducato di Cosimo III de' Medici e fu ampliata nel 1731 dal successore Gian Gastone. Un canale metteva in collegamento la struttura, situata nel contesto urbanistico di Venezia Nuova, con il vicino porto.

Gli oltre 300 bottini, di diverse dimensioni, avevano complessivamente una capienza di circa 24.000 barili d'olio (8.000 hl). Realizzati in muratura e rivestiti in ardesia, sono in parte interrati. Un'etichetta definiva le caratteristiche dell'olio conservato. Nell'edificio erano ospitati un laboratorio per la depurazione dell'olio ed alcuni uffici per tarare i barili, le botti e le botticelle (solitamente lunghe e strette, dette caratelli).

Furono destinati ad uso esclusivo dei mercanti d'olio, ma successivamente furono impiegati anche come deposito per varie granaglie. Conservarono la funzione di deposito portuale fino al 1898, quando, in seguito alla modifica delle via d'acqua, fu interrato lo scalo a loro destinato, attualmente in corso di ripristino. I Bottini furono poi adibiti dal Comune a ricovero di sfollati e a magazzino degli attrezzi. I lavori di restauro degli ultimi decenni hanno permesso il recupero architettonico della singolare struttura. Il piano terra è utilizzato per mostre, mentre il piano superiore ospita una sezione della Biblioteca Comunale Labronica "Francesco Domenico Guerrazzi".

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Scheda a cura di Graziano Magrini

Data aggiornamento 15/feb/2008