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Ex lago di Bientina

Il lago di Bientina o di Sesto, ancora nella prima metà dell'Ottocento, costituiva il lago più grande della Toscana. Non lontano dal Padule di Fucecchio e ubicato nella depressione fra la piana lucchese e il corso dell'Arno, era in parte sotto il controllo del Granducato di Toscana e in parte sotto quello di Lucca.

La discussione sulla regolamentazione della vasta zona umida vide coinvolti grandi scienziati come Benedetto Castelli, Giovanni Alfonso Borelli, Vincenzo Viviani, e, più tardi, Tommaso Perelli. Dal 1756 al 1763 Leonardo Ximenes realizzò un complesso sistema di canali. Uno di questi collegava il lago all'Arno, allo scopo di ottenere non tanto il prosciugamento della zona, quanto il ricambio costante delle acque per risolvere il problema dell'insalubrità dell'aria. In realtà non ottenne l'assetto idraulico sperato, ma le discussioni sul lago continuarono a ritmo serrato. Nel secolo XIX Lorenzo Nottolini propose un progetto, rimasto sulla carta, che prevedeva congiuntamente le bonifiche di Bientina e di Massaciuccoli. Nel 1852 il Granduca Leopoldo II di Lorena approvò il progetto di bonifica di Alessandro Manetti, con il quale fu realizzata la deviazione del Canale Imperiale sotto l'alveo dell'Arno grazie ad un condotto sotterraneo (Botte).

Nel novembre del 1995, nella zona dell'ex lago di Bientina, è stata istituita la prima Area Naturale Protetta d'Interesse Locale della Regione Toscana, significativa soprattutto per il suo bosco idrofilo di ontano nero.

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Scheda a cura di Graziano Magrini

Data aggiornamento 30/gen/2008