Sotto la denominazione di compasso si comprende un’ampia gamma (fig.1) di strumenti per il disegno, la misura e il calcolo proporzionale. Oltre ai più comuni compassi per il disegno delle circonferenze, diffusi fin dall’antichità (fig.2), il Rinascimento ci ha lasciato un gran numero di compassi speciali, contraddistinti da nomi appropriati alle loro specifiche funzioni: compassi ovali per disegnare ellissi iperboli e parabole (fig.3); compassi a due punte (fig.4), detti di divisione o rapportatori, per dividere le linee e riportare le misure; compassi da carteggio (fig.5), per tracciare le rotte sulle carte nautiche; compassi a punte ricurve, detti di calibro (fig.6), per misurare le bocche dei cannoni, le palle d’artiglieria e le colonne; compassi a tre punte (fig.7) per riprodurre le carte geografiche; compassi a quattro punte (fig.8), o di riduzione, per ingrandire e ridurre i disegni, dividere proporzionalmente linee e circonferenze e disegnare i poligoni; compassi a otto punte (fig.9) per misurare le frazioni dei gradi e svolgere calcoli proporzionali; compassi di proporzione (fig.10) per svolgere calcoli aritmetici e geometrici trigonometrici e misurare pesi, pendenze e distanze ad uso militare; e sofisticati compassi topografici (fig.11) dotati di bussola, rosa dei venti e traguardi ottici per compiere rilievi territoriali e disegnare mappe topografiche.
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