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Nella valle del Nilo

Un grande spazio racchiuso tra alti muri merlati, ricco di sicomori, acacie, palme da datteri, palme dum e piccoli arbusti regolarmente ordinati, ad incorniciare due vasti padiglioni collegati da un estesissimo pergolato, grandi vasche con anatre e ninfee circondate da papiri e, fuori, oltre il muro di cinta, la città con il suo viale alberato che costeggia il lungo canale: così il visir Remike intorno al 1500 a.C. fece rappresentare il proprio giardino sulle pareti della sua tomba, a Tebe, trasmettendoci quella che è forse la più antica, e senz’altro più compiuta, rappresentazione di giardino del mondo antico.

“Quando il fiume è in piena e inonda le pianure, crescono nell’acqua molti gigli che gli Egiziani chiamano loto. … la radice di questo loto è commestibile e abbastanza dolce, è rotonda e grande come una mela. Ci sono anche altri gigli, simili a rose e anch’essi … si mangiano sia freschi che secchi. Quanto al papiro … ne tagliano la parte superiore e la usano variamente; la parte inferiore, che resta per circa un cubito, la mangiano e la vendono.”

(Erodoto, Storie, 2, 92, 2-5)


  Le piante in Egitto
 
 
 


 
 
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