Solo nell’area vesuviana è possibile sapere quali piante erano utilizzate, come erano disposte e quale era la loro funzione. Piante medicinali, fiori utilizzati per le corone dei banchetti, alberi da frutta coesistevano con siepi dai disegni geometrici realizzate dai maestri dell’ars topiaria (arte del giardino).
E’ difficile immaginare un bel giardino senza acqua. Parti di valvole, rubinetti e cassette di derivazione rendono conto dei complessi sistemi idraulici che garantivano la prosperità delle piante. Il particolare caso di Pompei consente anche di ricostruire l’arredo del giardino: sculture bronzee e in marmo impiegate come fontane e vasche per la raccolta delle acque testimoniano l’incontro tra natura e tecnica
Gli impianti idraulici delle case vesuviane
Le case pompeiane erano dotate di efficienti impianti idraulici, che alimentavano anche i giochi d’acqua dei giardini.
Gli scavi hanno portato alla luce gli elementi che li costituivano: tubi, valvole, sifoni, calici, separatori, ecc. La forma e le dimensioni di questi dispositivi erano precisamente calcolate in base a moduli prefissati, come testimonia il De aquaeductibus urbis Romae, scritto da Frontinosul finire del I secolo d.C.
Statuetta di leone
Marmo bianco, I sec. d.C. Pompei, provenienza sconosciuta Soprintendenza Archeologica di Pompei, inv. 44694
La parte posteriore presenta una scanalatura per l'inserimento di un tubo, probabilmente di piombo, che arrivava fino alla bocca del leone permettendo la fuoriuscita dell'acqua. Le raffigurazioni di animali sono frequenti nella decorazione scultorea dei giardini, spesso usate come fontane.