Riportato alla luce alla fine dell’Ottocento, fu tra i primi giardini ad essere scavato applicando il metodo stratigrafico, che rese leggibile il disegno delle aiuole e il tracciato dei vialetti.
L’impossibilità, a quel tempo, di conoscere attraverso specifiche analisi la vegetazione presente nelle aiuole suggerì di piantarvi le specie raffigurate sulle pareti del peristilio, tra le quali rose, margherite, amelli, cui si aggiunsero piante alquanto improbabili come la yucca, risultato forse di un’errata identificazione di alcune specie di iris. Fu ripreso anche il motivo dell’edera avviluppata intorno una canna in forma di covone; la simmetria delle aiuole fu sottolineata da strutture in ferro che ne ripetevano la forma e che furono, naturalmente, rivestite di edere.