Giuseppe Morosi
Nativo di Ripafratta, frequentò lo Studio pisano, dove venne in contatto con personalità del calibro di Giuseppe Antonio Slop (1740-1808), Andrea Vaccà Berlinghieri (1772-1826) e Tito Manzi (1793-1801). Introdotto alla corte granducale grazie al successo dei suoi automi, ottenne la nomina di aggregato al Museo di Fisica e Storia Naturale di Firenze nel 1794. Esule in Francia dal 1799, fu introdotto nell'ambiente scientifico parigino dall'astronomo Pierre Méchain (1744-1804). Qui ebbe modo di approfondire le sue conoscenze di chimica e di confrontarsi con le recenti conquiste europee nel campo della meccanica e, in particolare, nel settore delle applicazioni tessili. Nel 1801 rientrò in Italia, a Milano, col titolo di "Meccanico Nazionale" e lo stesso anno fu nominato membro dell'Accademia del Cimento. Consapevole della necessità di modernizzare l'antiquato apparato tessile italiano, si recò più volte in Francia, Svizzera e Olanda per acquistare macchinari ed osservare le recenti trasformazioni industriali: del primo di questi viaggi resta, oggi, un importante manoscritto di oltre 250 carte dal titolo Viaggio tecnologico (1807), ricco di annotazioni e disegni di apparecchiature tessili, idrauliche e siderurgiche. Funzionario asburgico dal 1814, fu chiamato a più riprese al servizio del Granduca per l'aggiornamento dei macchinari della Zecca fiorentina. Tornato definitivamente in Toscana dal 1833, dedicò i suoi ultimi anni allo studio del settore estrattivo e siderurgico. Fu tumulato a Pisa nel Camposanto Monumentale.
Data aggiornamento 25/feb/2008