Jean-Baptiste Colbert
Figlio di un ricco mercante di panni, nell’amministrazione pubblica dal 1643, fu chiamato alle dipendenze del cardinale Mazarino prima come amministratore del suo patrimonio privato, poi come intendente. Entrato nelle grazie di Luigi XIV, al quale Mazzarino l’aveva raccomandato in punto di morte, denunciò il sovrintendente alle finanze Nicolas Fouquet, contribuendo al suo arresto, ed entrò così nel Consiglio delle finanze, per divenire poi Controllore generale delle finanze, Segretario di Stato della real casa, Ministro della marina, e concentrare su di sé le maggiori cariche di governo, meno i ministeri degli esteri e della guerra. La sua politica riformatrice rinnovò la giustizia, l’amministrazione, le finanze, e mantenne in pareggio il bilancio dello Stato pur seguendo una maggiore equità nella distribuzione del carico fiscale. Fautore di una prassi accentratrice, tentò di incrementare la ricchezza dello Stato aumentando le esportazioni e diminuendo le importazioni, favorendo il commercio interno e lo sviluppo industriale, pur a scapito dell’agricoltura. Potenziò la marina mercantile nazionale e promosse l’espansione coloniale. Fu lui il tramite dei rapporti fra Vincenzo Viviani, assegnatario di una pensione, e il re di Francia che gliel’aveva concessa. Il carteggio fra i due non fu di lunga durata, ma sopravvive tuttora e dà un’idea chiara del prolungarsi della vicenda di Galileo nel corso degli anni seguiti alla sua morte.
Data aggiornamento 15/feb/2008