Martin Horky
Il boemo Martin Horky, matematico, medico e cultore di astrologia è noto principalmente per l'opposizione fatta alle scoperte celesti divulgate da Galileo col Sidereus nuncius. Nel 1610 egli viveva a Bologna presso l'astronomo Giovanni Antonio Magini (1555-1617), del quale era assistente, e fu testimone della dimostrazione con il cannocchiale che Galileo tenne in quella città, di ritorno da un breve soggiorno toscano. Sia Horky che Magini misero in dubbio l'esistenza dei Pianeti Medicei, sostenendo che ciò che si vedeva fosse solo frutto di un'illusione ottica. Di propria iniziativa l'Horky si recò a Modena dove fece stampare la Brevissima peregrinatio contra Nuncium sidereum (Modena, 1610), nella quale, con debolissime argomentazioni teoriche cercava di negare la reale consistenza delle scoperte di Galileo, e con penna velenosa affermò che le macchie viste col cannocchiale vicino a Giove avevano l'unica funzione di soddisfarne il desiderio di denaro. Giovanni Antonio Magini, venuto a conoscenza dell'iniziativa, cacciò di casa l'assistente e fece sapere a Galileo che non era coinvolto nella stesura dell'opera. Il boemo non trovando appoggio in Italia lo cercò all'estero scrivendo a Kepler (1571-1630), dal quale però ricevette durissima risposta. L'astronomo imperiale gli dichiarò di voler rompere l'amicizia e si affrettò a scrivere una lettera a Galileo in cui sconfessava la Brevissima peregrinatio. L'offensiva del boemo si risolse con una disfatta, ma fu solo una delle iniziali manifestazioni dell'opposizione antigalileiana che sotterraneamente ingrossava.
Data aggiornamento 11/feb/2008