Nicolò Copernico
Nato a Torún in Pomerania, Copernico (Niklas Koppernigk) fu avviato dallo zio vescovo Lucas Watzenrode agli studi ecclesiatici. Nel 1491 fu all'Università di Cracovia e nel 1495 divenne canonico del Capitolo della Cattedrale di Frombork. Nel 1496 si iscrisse come studente di diritto all'Università di Bologna, dove conobbe Domenico Maria Novara (1454-1504) e le sue peculiari idee sul moto della Terra. Nel 1501 studiò invece medicina all'Università di Padova e nel 1503 si addottorò in diritto canonico all'Università di Ferrara. Stabilitosi a Frombork, dal 1510 svolse la propria attività scientifica a margine dei vari impegni amministrativi e medici. Attorno al 1514 diffuse poche copie manoscritte del Commentariolus, un trattatello dove recuperava l'ipotesi eliocentrica di Aristarco di Samo (III sec. a.C.): tutti i pianeti e la Terra compiono le loro rivoluzioni intorno al Sole, immobile al centro dell'universo. Nel trattatello Copernico dava all'ipotesi un primo sostegno geometrico. Nel 1515 comunicò a Roma le proprie opinioni sull'esigenza di riformare il calendario giuliano. Quanto ai problemi amministrativi, compose nel 1517 il De monetae cudendae ratione. Vi tracciava quella che in seguito divenne nota come "legge di Gresham": la moneta cattiva, con scarso contenuto aureo, scaccia dalla circolazione la moneta buona, con contenuto aureo elevato, provocando l'aumento dei prezzi. Dal 1539 Copernico ospitò Georg Joachim Rheticus (1516-1576), desideroso di studiare il sistema eliocentrico. Retico espose al mondo l'ossatura della teoria copernicana nella Narratio prima de libris revolutionum, uscita anonima a Danzica nel 1540; inoltre sollecitò il "maestro" a stampare la grande opera astronomica che questi andava preparando da anni. Intanto Retico curò la pubblicazione del De lateribus (1542), la parte di questa grande opera dedicata alla trigonometria sferica. Nel 1543 Retico si assunse infine l'incarico di curare presso Hans Perlein (Johannes Petreius, 1497-1550) di Norimberga, la stampa dell'opera intera. Retico non poté mantenere l'impegno; la cura del De revolutionibus orbium coelestium passò al teologo luterano Andreas Osiander (1498-1552). Questi si preoccupò di smussare le implicazioni religiose dell'opera, contrarie alle concezioni astronomiche delle Sacre Scritture, e stilò una premessa al De revolutionibus che presentava l'ipotesi eliocentrica come un mero artificio matematico volto solo a calcolare con maggior precisione i moti dei corpi celesti. Copernico non poté intervenire contro questo stravolgimento del suo pensiero. La leggenda vuole che nel 1543 egli ricevesse una copia del De revolutionibus sul letto di morte.
Data aggiornamento 09/gen/2008