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Duomo di Prato

Sorto su un'area adibita, da tempo immemorabile, a luogo di culto, il Duomo di Prato è già citato in un documento del 994. Si caratterizza per la bicromia delle pareti, dovuta all'alternarsi di alberese e serpentino, e per il poderoso campanile che lo sovrasta, iniziato nel Duecento dal maestro marmorario Guidotto e completato, con l'ultimo ordine a trifore, nel 1356. Il Duomo ospita alcuni fra i più celebrati capolavori dell'arte tre-quattrocentesca, come il celeberrimo pulpito di Donatello, i cicli di affreschi di Agnolo Gaddi, Paolo Uccello, Filippo Lippi e le opere scultoree di Giovanni Pisano e di Giuliano, Giovanni e Benedetto da Maiano.

Benché importante soprattutto dal punto di vista storico-artistico, il Duomo si distingue anche come luogo della scienza: oltre a mostrare, sulla parete destra, una meridiana verticale in marmo di Carrara, si segnala la presenza, in facciata, di un orologio al posto del consueto rosone centrale. Realizzato attorno alla metà del Quattrocento, questo orologio era dotato di un fantoccio-bambino che batteva le ore, già documentato in un testo del 1480, redatto in occasione della sua riparazione. Aggiustato e sostituito nelle sue parti già nel corso dei due secoli successivi, l'orologio fu definitivamente rimpiazzato da un nuovo congegno creato nel 1795 dall'orologiaio pratese Domenico Magheri, come testimonia la targa apposta sul telaio, che recita: «A.M. D.P. Dominicus Magheri Pratensis fecit Anno Domini 1795 – volat ambiguis volubilis alis hora». Il dispositivo del Magheri è oggi conservato in loco dentro una teca di plexiglas. Il quadrante della facciata presenta ancora scolpite le 24 cifre romane relative all'orologio quattrocentesco, per quanto oggi coperte da 12 cifre romane in bronzo a rilievo. Il quadrante all'interno del Duomo, sulla contro-facciata, mostra, invece, la numerazione alla romana, con 6 sole cifre.

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Scheda a cura di Elena Fani

Data aggiornamento 24/gen/2008