Duomo di Siena
Situato davanti allo Spedale di Santa Maria della Scala, conserva uno straordinario patrimonio artistico, talora allusivo a temi che si intrecciano con alcune concezioni della scienza umanistica. Una delle opere di maggior suggestione è il pavimento le cui tarsie sono state realizzate, con tecniche diverse e in varie fasi, tra il 1370 e il 1550. Vi si illustrano la storia dell'uomo e la ricerca della sua salvezza. Non appena oltrepassato il portone di ingresso, la mitica figura di Ermete Trismegisto accoglie i fedeli, simboleggiando l'avvicinamento alla sfera divina mediante la via della sapienza. Quel che viene rappresentato è l'esordio della conoscenza terrena, che contemporaneamente introduce alla sacralità, rappresentata dal tempio. Ermete Trismegisto indossa una veste bianca (simbolo della Rivelazione) e si staglia netto sul fondo nero (simbolo della non conoscenza). Le soluzioni cromatiche utilizzate risultano particolarmente suggestive, dal momento che si riconducono alla simbologia alchemica dei colori. Gli alchimisti, infatti, proponevano una scala cromatica ben definita: attribuivano il nero alla materia, all'occulto, al peccato; il grigio alla terra; il bianco al mercurio, all'innocenza, all'illuminazione; il rosso allo zolfo, al sangue, alla passione, alla sublimazione; l'azzurro al cielo; l'oro al compimento (la Grande Opera divina).
Oltre al pavimento, da notare la colonna centrale in granito del pulpito di Nicola Pisano, che poggia su un gruppo scultoreo con le raffigurazioni delle Arti liberali: Grammatica, Dialettica, Retorica, Filosofia, Aritmetica, Geometria, Musica e Astronomia.
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Scheda a cura di Antonella Gozzoli
Data aggiornamento 13/feb/2008