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  • Veduta d'insieme dell'esposizione, Museo del Tessuto, Prato.zoom in altra finestra
  • Velluto di seta ricamato, Museo del Tessuto, Prato.zoom in altra finestra

Museo del Tessuto

L'industria manifatturiera pratese vanta una tradizione che affonda le sue radici già all'inizio del secolo XII, periodo al quale risalgono le prime notizie sulla presenza di impianti per la lavorazione della lana. La floridezza economica del tessile culminò nel secolo XV. Dopo una battuta d'arresto dovuta al sacco di Prato del 1512 e alle rigide restrizioni dell'Arte della Lana, la manifattura ebbe un rilancio grazie agli efficienti provvedimenti legislativi dei Lorena. All'inizio del secolo XIX, le macchine tessili fabbricate nell'officina di Giovan Battista Mazzoni introducevano le tecniche più avanzate per l'epoca, portando l'industria pratese al passo con le maggiori produzioni europee. Nello stesso periodo fu istituita a Prato una scuola di matematiche elementari applicate alle arti, «scuola importantissima per cotesta città manifatturiera [che] - come ricorda Repetti nel suo Dizionario geografico fisico storico della Toscana - può dirsi la Manchester del Granducato e l'emporio manifatturiero della Toscana».

La grande tradizione manifatturiera pratese è oggi documentata dal Museo del Tessuto, unico in Italia per la ricchezza dei suoi materiali. Fondato nel 1975 a seguito della donazione di oltre 600 pezzi da parte dell'imprenditore e collezionista pratese Loriano Bertini, le collezioni furono poi ampliate grazie ad apporti pubblici e privati. Nel maggio 2003 il Museo è stato trasferito nella nuova sede dell'ex Cimatoria Campolmi, una fabbrica tessile del secolo XIX rimasta attiva fino al 1990 circa, acquistata e restaurata dall'Amministrazione Comunale di Prato.

Il Museo, che occupa una delle ali dell'ex complesso industriale, è stato completamente riallestito, proponendo un nuovo e più articolato percorso espositivo. La collezione storica comprende tessuti antichi (circa 5.000 reperti), dal III fino al XIX secolo, provenienti da diverse aree geografiche, sia europee che extraeuropee. La collezione contemporanea (circa 3.000 reperti) presenta tessuti e campionari dell'industria tessile pratese, che vanno dalla fine dell'Ottocento ad oggi. Infine, la collezione di strumenti per la tessitura (circa 100 reperti dal XVIII al XX secolo) comprende anche alcuni strumenti per la tessitura manuale, come filatoi, roccatrici e trespoli per la gramolatura della canapa. La raccolta è arricchita, inoltre, da dinamometri, fole di legno, forme da fez e una macchina stracciatrice del 1850 per il recupero di fibra tessile dagli stracci.

Il Museo è dotato di una Biblioteca che conserva pregiate e rare edizioni, oltre a ristampe anastatiche. L'istituzione pratese svolge un'intensa attività didattica e di ricerca, avvalendosi del laboratorio didattico destinato a scuole di ogni ordine e grado e ad attività formative per adulti.

La gestione dell'istituzione è affidata alla Fondazione Museo del Tessuto, i cui soci fondatori sono il Comune e la Provincia di Prato, l'Unione Industriale Pratese, la Camera di Commercio, Industria ed Artigianato di Prato e la Cariprato.

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Scheda a cura di Graziano Magrini

Data aggiornamento 27/feb/2008