Palazzo Mediceo di Seravezza - Museo del Lavoro e delle Tradizioni Popolari della Versilia Storica
Il Palazzo Mediceo di Seravezza è un luogo che richiama molti temi legati alla tecnica. Voluto da Cosimo I de' Medici, fu costruito fra il 1560 e il 1564 da Bartolomeo Ammannati o, come si è sostenuto di recente per la somiglianza di alcuni elementi architettonici con la Villa di Artimino, dal giovane Bernardo Buontalenti. Il palazzo fu edificato in una zona particolarmente importante per l'estrazione dei minerali e per l'escavazione dei marmi dal Monte Altissimo. Il sovrano aveva così la possibilità di seguire da vicino l'attività estrattiva, che egli stesso aveva rilanciato. Ospitò più volte i granduchi, che amavano passarvi il periodo estivo. Pietro Leopoldo di Lorena destinò una parte dei locali per i magazzini e gli uffici amministrativi di una ferriera, ancora visibile al lato del palazzo, costruita intorno al 1786 lungo il torrente Ruosina. Nel 1835, chiusa la ferriera, la villa ritornò ad essere luogo di soggiorno della famiglia granducale. Dopo l'Unità d'Italia passò allo Stato che nel 1864 la donò al comune di Seravezza. Oggi, dopo esser stato utilizzato prima come penitenziario e poi come sede del Municipio, il palazzo ospita vari enti culturali, fra i quali, al secondo piano, il Museo del Lavoro e delle Tradizioni Popolari della Versilia Storica.
Il Museo, aperto al pubblico dal 1996, fu istituito dall'Amministrazione Comunale di Seravezza nel 1980 per ripercorrere ed illustrare le attività produttive della zona e la loro evoluzione storica. L'industria del marmo, risorsa particolarmente importante grazie alle cave del Monte Altissimo, è documentata attraverso una serie di utensili, macchine e modelli di macchine che illustrano le tecniche di escavazione, di trasporto e di lavorazione praticate nella zona. Grazie all'esposizione di alcuni strumenti utilizzati nelle ferriere e nelle officine artigiane sono, inoltre, illustrate le altre due attività importanti della Versilia medicea, l'estrazione mineraria, di origine molto antica, e la lavorazione del ferro. Sono presenti, infine, oggetti legati alle attività domestiche, come la tessitura, e vari attrezzi agricoli sia della montagna sia della pianura. La raccolta è accompagnata da un ricco apparato fotografico e da schede che illustrano la funzione dei vari oggetti esposti. Gli attrezzi da lavoro sono databili dalla fine del Settecento alla metà del Novecento.
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Scheda a cura di Graziano Magrini
Data aggiornamento 31/gen/2008