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Parco Archeologico del Lago dell'Accesa

Nei pressi del Lago dell'Accesa, al centro di una fitta area boschiva, sorgono i resti di un antico abitato etrusco, ancora in corso di scavo. L'insediamento, diviso in quartieri, faceva parte di una serie di piccoli centri del secolo VI a.C. posti nell'area di influenza di Vetulonia, lungo itinerari legati alle attività estrattive della zona. L'area dell'Accesa si distingue per aver restituito copiose testimonianze di quello che, oggi, è riconosciuto come uno dei pochi centri urbani noti in Etruria.

La cronologia dei quartieri esplorati si attesta tra la fine del VII e il VI secolo a.C., ma le tombe rinvenute nell'area testimoniano dell'occupazione della zona almeno a partire dalla fine del secolo IX a.C.

È sicuramente il quartiere C che riveste maggiore interesse da un punto di vista tecnologico. Iniziato nella prima metà del VI secolo a.C., si distingue dagli altri per la presenza, sul lato est, di due gruppi di forni per la lavorazione dei metalli. Sono visibili le buche dal profilo concavo in cui erano ammassati mucchi di pietre e laterizi (con evidenti segni di esposizione al calore), mischiati a pezzi di minerale e numerose scorie di fusione. Non sembra un caso che il quartiere più connotato da un punto di vista artigianale fosse anche il più vicino al lago: la disponibilità di acqua era, infatti, indispensabile per le operazioni di lavorazione dei metalli. La stessa ubicazione dei forni, disposti al limitare dell'area abitata, sembrerebbe rispondere a quei precetti dell'Etrusca disciplina, ricordati da Vitruvio nel De architectura (I, 7,1), secondo cui le zone adibite all'attività metallurgica dovevano sorgere all'esterno dell'area urbana per evitare pericoli d'incendio.

Degli edifici messi in luce sono visibili le fondamenta, costituite da pietre locali come arenaria o palombino, mentre gli alzati, realizzati in mattoni crudi, graticcio (rami e canne intrecciati rivestiti di argilla) o pisé (gettate di argilla fresca entro casseformi di legno, rimosse successivamente) sono andati perduti.

Di particolare interesse sono le soluzioni tecniche adottate per il drenaggio delle acque: oltre alle massicciate di sassi in funzione di vespaio, notevole è il sistema di canalette coperte di cui resta un esemplare nella casa VI del quartiere C.

Oggi l'abitato, divenuto Parco tematico della civiltà etrusca, è comodamente visitabile grazie ai numerosi pannelli esplicativi distribuiti lungo tutto il percorso che si snoda attraverso il verde di una natura incontaminata. Completamento indispensabile di un'escursione al Parco dell'Accesa è la visita al Museo Archeologico di Massa Marittima dove sono custoditi i reperti venuti alla luce in quasi un secolo di scavi.

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Scheda a cura di Elena Fani

Data aggiornamento 12/mar/2008