Costruito sulle vestigia dell'antico convento dei Gesuiti, il Teatro del Giglio, iniziato nel 1672, fu inaugurato tre anni dopo con l'esecuzione di due opere liriche, l'Attila in Capua di Niccolò Berengani e il Seiano di Niccolò Minato. Opera dell'architetto Maria Giovanni Padreddio su progetto di Francesco Buonamici, il teatro dovette subire due riedificazioni, l'ultima delle quali fu affidata da Maria Teresa di Borbone a Giovanni Lazzarini nei primi anni dell'Ottocento. La sala, a pianta ovoidale con quattro ordini di palchi, si adeguò nel giro di pochi decenni alle innovazioni introdotte nel campo dell'illuminotecnica: nel 1872 fu, infatti, installato l'impianto per l'illuminazione a gas, mentre si dovrà aspettare il 1911 per l'adozione della luce elettrica.

Ulteriormente ampliato nel corso del Novecento, il teatro presenta oggi, oltre ad una ricca dotazione scenotecnica, una biblioteca specializzata con oltre 4000 tra volumi e riviste del settore, ed una nutrita videoteca.