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  • Tomba della Montagnola, Sesto Fiorentino.zoom in altra finestra

Tomba della Montagnola e Tomba della Mula

In località Quinto Alto si conservano ancora due tra i più insigni monumenti architettonici etruschi: le grandi tombe a tholos (falsa cupola) della Montagnola e della Mula. Devono la loro fama allo splendido stato di conservazione delle strutture, che testimoniano, per l'epoca orientalizzante (VII secolo a.C.), l'utilizzo di una tecnica architettonica simile a quella usata nelle monumentali tombe micenee, tra cui il cosiddetto Tesoro di Atreo.

Rispetto ad altre tombe a falsa cupola – ad esempio, quelle di Populonia –, si distinguono non solo per la pianta circolare delle camere principali, ma soprattutto per le loro eccezionali dimensioni: 5 metri di diametro per la Tomba della Montagnola, più di 8 per quella della Mula, dimensioni che comportano, tecnicamente, notevoli difficoltà costruttive e di stabilità.

La Tomba della Montagnola presenta un tumulo di circa 70 metri di diametro, originariamente delimitato da blocchi di alberese e impermeabilizzato con uno strato di argilla. Vi si accede attraverso un dromos (corridoio) scoperto che immette in un corridoio interno a pseudo-volta, ai cui lati si trovano due piccole celle rettangolari. Attraverso una stretta porta ad ogiva si entra nella camera principale, che è coperta da lastroni di pietra progressivamente aggettanti appoggiati ad uno zoccolo verticale alto circa 3 metri. La sommità è chiusa da una lastra quadrata sorretta da un pilastro che, comunque, non sembra avere una effettiva funzione statica.

Priva di sostegno centrale è, infatti, la grande tholos della Tomba della Mula, che fu incorporata nella cinquecentesca villa Garbi Pecchioli per essere utilizzata come cantina. Privata in quell'occasione di parte del dromos, differisce dalla Tomba della Montagnola per l'assenza dello zoccolo nella camera. Forse frutto delle stesse maestranze della precedente, rappresenta la più ampia cupola finora nota dell'architettura italica pre-romana.

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Scheda a cura di Elena Fani

Data aggiornamento 30/ago/2010