Ulteriori elementi per la valutazione del potenziale
di integrazione dei musei scientifici vengono dalle interviste "in
depth" ad alcuni operatori dei settori dell'editoria, della
organizzazione congressuale e della agenzia di turismo. La principale
valutazione ricorrente riguarda l'innesto di politiche di comunicazione
integrate a livello di rete e gli effetti positivi che queste potrebbero
generare per la visibilità esterna e la fruibilità
interna. In definitiva, la comunicazione come semplice trasmissione
di informazione riguardo all'esistenza dei singoli musei e all'importanza
del loro patrimonio di reperti rappresenterebbe un aspetto importante,
ma limitato rispetto al potenziale di iniziative che portano il
livello di comunicazione su di un piano più elevato in quanto
orientato ad integrare la comunicazione con la natura stessa del
servizio/prodotto. Sulla base di questi elementi, la carenza di
spazio fisico lamentato presso i vertici di alcune istituzioni potrebbe
essere bilanciata attraverso iniziative sullo spazio virtuale, con
la presenza temporanea di collezioni all'interno di altre unità
della rete nell'ambito di eventi, oppure con la realizzazione di
occasioni espositive anche itineranti.
Gli stessi operatori evidenziano l'eccessiva articolazione degli
orari, sottolineando che "
l'orario del museo deve essere
non solo sufficientemente esteso, ma anche semplice da ricordare
", e che la sua memorizzazione non deve essere una "barriera
all'accesso" aggiuntiva per il potenziale visitatore [Cristol
e Sealy 2000].
Gli operatori attivi quali clienti "intermedi" del prodotto
museale evidenziano come i musei scientifici, in quanto cosiddetti
"musei minori" per notorietà e numero di visitatori
rispetto ai "maggiori" musei fiorentini, risultino penalizzati
in termini di visibilità, realizzando conseguentemente scarsi
flussi di visitatori. Alcuni degli operatori intervistati mettono
in rapporto questo fenomeno con la durata relativamente breve del
soggiorno dei turisti a Firenze, mentre altri sottolineano come
non sia possibile considerare questa come la causa principale, dato
che alcuni segmenti di turismo con più lunga permanenza media
(si fa cenno a coloro che fanno soggiorno in centri termali e al
turismo rurale) sono in realtà formati da potenziali fruitori
dei musei fiorentini, anche laddove non rilevati dalle statistiche
relative al turismo nella città di Firenze. La scarsa affluenza
di visitatori non sembra mutare in relazione alla seconda od alla
terza visita, elemento che lascia immaginare che non vi sia tanto
un problema di "capienza" nei tempi del visitatore, ma
di "conoscenza" o di "interesse" per la proposta
museale.
Dalle interviste con gli operatori il principale problema dei musei
scientifici viene colto attraverso due aspetti tra di loro connessi
e identificati nella visibilità delle istituzioni
e nella fruibilità del patrimonio museale. Si sottolinea
da più parti che istituzioni museali tecnico/scientifiche
non possono non essere adeguatamente visibili su Internet, e che
si dovrebbe quindi investire in modo significativo sulle potenzialità
del web rendendo possibili forme di prenotazione [Fopp 1997]. Vengono
ricordati alcuni esempi di musei stranieri che si mettono in evidenza
sul fronte della capacità di creare visibilità e della
ricerca di un'immagine vivace attraverso un processo di comunicazione
con i vari pubblici (visitatori, finanziatori, residenti sul territorio
ecc.); altri esempi sono richiamati per la loro capacità
di generare una forte "comunicazione interna", in grado
di rendere il museo non solo "contenitore" e "deposito"
di reperti, per quanto importanti, ma destinazione interessante
per un ampio pubblico, condizione necessaria per generare l'immagine
di "museo vivo" ed innescare processi di apprendimento.
A tale scopo lo spazio esistente, al di là della sua consistenza
assoluta, dovrebbe essere reso fruibile e vivibile, favorendo la
comprensione dei contenuti per un largo pubblico, ed in generale
la qualità dell'esperienza (relax, servizi accessori ecc.).
Alla gestione degli spazi gli operatori intervistati attribuiscono
infatti particolare importanza. Si sottolinea in proposito il ruolo
dell'evento di varia natura all'interno dello spazio dei musei quale
possibile generatore di visibilità e di capacità di
attrazione dei visitatori e dei finanziatori. Emerge con forza l'esistenza
di un mercato da tempo interessato ad una fruizione esclusiva, con
accesso in giorni ed orari diversi da quelli di normale apertura
al pubblico.
Per lo sviluppo del numero di visitatori, operatori del mondo delle
organizzazioni congressuali e delle agenzie del turismo vedono uno
spazio potenziale presso pubblici ancora non raggiunti, come quello
delle "nicchie di turismo" legate all'attività
di associazioni culturali, oltre a quello già importante
delle scuole e dei residenti locali.
La formazione della rete vedrà comunque il permanere di diversi
livelli di interesse da parte degli operatori per unità diverse
del network dato che anche per gli operatori dell'editoria i flussi
di visitatori rappresentano comunque un parametro importante di
cui tenere conto. Da parte di singoli soggetti si sottolineano le
opportunità ed il ruolo che una "agenzia di marketing"
può avere nel generare per gli operatori un'immagine della
domanda anche nei termini di una maggiore conoscenza del profilo
del visitatore effettivo e potenziale e della sua possibile evoluzione.
Si sottolinea come la rete sia utile non solo fornendo un reciproco
sostegno tra i nodi, ma per il processo di emulazione interna che
può attivare e per l'apertura esterna implicita nella accresciuta
capacità di dialogo con le altre reti.
|