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3.B - Gli horti pompeiani

Le dimensioni degli orti e dei giardini di Pompei, racchiusi tra alti muri, e in qualche raro caso pensili, andavano dai 10 ai 4000 metri quadrati. I viridari, talvolta minuscoli, ornavano soprattutto le case delle zone centrali dell’antica città. Alcune abitazioni, le più ricche, avevano più di un giardino: la Casa del Citarista, ad esempio, ne contava tre.

Nelle aree periferiche, soprattutto nei pressi dell’Anfiteatro, oltre ad alcuni spazi verdi pubblici, come quello della Grande Palestra, erano più frequenti orti, vigneti, frutteti e colture legate ad attività agricole e artigianali, come la produzione di essenze da profumi o la coltivazione di piante da vivaio.

Nei giardini trovavano frequentemente spazio triclini in muratura, larari, talora meridiane, oltre a piccoli allevamenti domestici tenuti in appositi ripari di terracotta, come glirari, lumacai o colombaie.


  Fontana raffigurante l£Idra di Lerna   I giardini di Pompei   Le ville suburbane   Arredi da giardino e giochi d£acqua
 
  3.B.a - Le piante dei giardini pompeiani   3.B.b - Villa di Poppea a Oplontis
  3.B.c - Casa dei Cervi a Ercolano   3.B.d - Casa degli Amorini Dorati
  3.B.e - Casa dei Vettii   3.B.f - Giochi d'acqua a Pompei
  3.B.g - Casa di D. Octavius Quartio   3.B.h - Horti conclusi
  3.B.i - Gli attrezzi agricoli   3.B.j - Giardini dipinti
 
 
Fontana raffigurante l'Idra di Lerna
Bronzo, prima metà I sec. d.C.
Ercolano, piscina della Palestra
Soprintendenza Archeologica di Pompei, inv. 79242

La grande fontana di bronzo, realizzata con la tecnica della "cera persa", fu rinvenuta nel 1952 nella piscina cruciforme della Palestra o Campus di Ercolano, un grande complesso costruito in età augusteo-tiberiana e adibito non solo a esercitazioni e gare sportive, ma anche ad attività intellettuali e manifestazioni di culto.
Il mito narra che Eracle sconfisse l'Idra di Lerna, in Argolide, recidendone le teste e bruciando ogni ferita per impedire che ricrescessero. La fontana dell'Idra, alludendo a una delle fatiche dell'eroe fondatore della città, proponeva il valore di Eracle come esempio per la gioventù locale, che probabilmente si riuniva in questo edificio.
Nella scultura di Ercolano, ciascuna testa costituiva una bocca di fontana, a cui l'acqua giungeva attraverso un condotto posto all'interno del tronco dell'albero e snodi collocati nei punti in cui si innestano le spire del mostro.


 
 
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