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Accademia dei Georgofili

Istituita a Firenze il 4 giugno 1753 per iniziativa del Canonico Lateranense Ubaldo Montelatici, l'Accademia dei Georgofili fu la prima società pubblica in Europa di studi agrari. Nacque dalla necessità di migliorare la produzione agricola attraverso un uso razionale del suolo. Nel 1783 si unì alla Società Botanica ed ebbe in concessione il Giardino dei Semplici. Con il Granduca Pietro Leopoldo di Lorena, che le accordò la sua protezione, l'Accademia acquisì notevole prestigio. Sollevò numerose questioni (rinnovamento dei mezzi agricoli, istruzione agraria, commercio dei grani, allevamento del bestiame, mezzadria, bonifiche, ecc.) presentate, a partire dal 1791, negli "Atti della Real Società Economica di Firenze ossia de' Georgofili", che continua anche oggi le sue pubblicazioni. Un'altra rivista utilizzata dai soci era il "Giornale Agrario Toscano", fondato nel 1827 da tre prestigiosi membri dell'Accademia (Raffaello Lambruschini, Lapo de' Ricci, Cosimo Ridolfi), e pubblicato a cura di Giovan Pietro Vieusseux; quest'ultima rivista si unì agli "Atti" nel 1830.

L'Accademia ha avuto anche un ruolo di consulenza giuridico-agraria: nei primi anni del secolo XIX, su invito di Napoleone Bonaparte, esaminò il nuovo Codice rurale; sotto Ferdinando III, lavorò alla stesura del catasto fondiario del Granducato. Nel 1829 promosse la Cassa di Risparmio di Firenze e nel 1831 il presidente dei Georgofili, Cosimo Ridolfi, fondò la prima scuola agraria d'Italia nella sua fattoria di Meleto.

L'Accademia ha sempre favorito la nascita di istituti di istruzione e sperimentazione agraria e ha organizzato convegni nazionali e internazionali. Istituzione molto attiva, oggi conserva una ricchissima Biblioteca (circa 70.000 volumi) e un importante Archivio. Il 27 maggio 1993 un attentato ha inferto un duro colpo alla sede dell'Accademia, danneggiando seriamente una parte del suo patrimonio artistico e librario; nel 1996, dopo pazienti lavori di restauro, è stata ricostruita secondo l'antica forma e la Biblioteca è stata recuperata quasi totalmente.

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Scheda a cura di Graziano Magrini

Data aggiornamento 21/feb/2008